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Laura che ha lanciato la zuppa sul Van Gogh: “Molte critiche, ma non c’è tempo per piacere a tutti”

Fanpage.it ha intervistato una delle quattro ragazze che ieri hanno lanciato la zuppa sul Van Gogh a Roma: “Sono attivista perché per un futuro così incerto studiare non basta”.
A cura di Beatrice Tominic
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"Siamo persone normali, non separate dal resto delle persone che vivono in questa società – ha spiegato a Fanpage.it Laura di Ultima Generazione – Il punto non è l'azione di disobbedienza civile in sé, ma l'emergenza: quando facciamo azioni del genere sappiamo già che molti ci stimeranno e ancora più persone, invece, ci criticheranno. Ma non c'è tempo per piacere a tutti". Laura è una delle quattro ragazze che nella mattinata di venerdì 4 novembre ha fatto irruzione a Palazzo Bonaparte e ha lanciato della zuppa di verdure sul quadro "Il seminatore" di Van Gogh, ospitato nel museo per la mostra dell'artista olandese.

"Seguendo il filone della azioni che ci sono state a livello internazionale, abbiamo deciso di fare un'azione di disobbedienza civile non violenta a Palazzo Bonaparte. Un gesto di questo di questo genere è abbastanza ridicolo: non abbiamo danneggiato il quadro, la teca è stata ripulita praticamente davanti a noi. Eppure tutti si sono indignati per la zuppa e non lo fanno per la situazione di collasso sociale e climatico", ha spiegato a Fanpage.it, raccontando la sua esperienza di attivista e contestatrice in Ultima Generazione. "Noi volevamo far sentire a tutti e tutte le nostre richieste fondamentali: non riaprire le centrali a carbone, bloccare i nuovi progetti di estrazione di gas naturale e attivare invece 20gigawatt di rinnovabili entro il 2023″.

Il lancio della zuppa e la reazione dei presenti

Una volta entrate alla mostra di Van Gogh, le quattro si sono dirette proprio verso il quadro, scelto in precedenza: "Abbiamo aspettato che gli addetti alla sicurezza fossero lontani, per riuscire fisicamente a lanciare la zuppa e che ci fosse abbastanza gente: quello era il momento giusto – ha rivelato Laura – La scelta de Il seminatore era simbolica (lo ha spiegato ieri Michele, un altro attivista, ndr): stiamo già facendo fatica a far crescere cibo dalla terra, rischiamo davvero un futuro senza cibo per i nostri figli. Non dovremmo arrabbiarci per il lancio della zuppa o per aver scelto Van Gogh, ma per quello che sta succedendo".

Le persone nella sala hanno avuto reazioni molto diverse fra loro: "Alcune si sono stupite, qualcuno invece ha collegato la nostra azione a quelle già avvenute in Inghilterra e Germania e ha commentato dicendo: "Ah, sono arrivati anche qua". E c'è chi ha aggiunto "Vergognatevi, avete scelto Van Gogh, ma lui non c'entra niente", oltre a offese e insulti, nonostante avessimo immediatamente specificato la presenza del vetro", ha aggiunto.

"In alcuni ho notato più consapevolezza rispetto alle azioni precedenti – ha continuato a spiegare, facendo riferimento ad un blocco stradale nel quale ha partecipato come supporto – Una signora lì presente ci ha dato ragione. Sappiamo di aver creato un minimo di disagio, ma non avendo rovinato il quadro e conoscendo la gravità della situazione, ne è valsa la pena".

Poi sono intervenute le forze dell'ordine: "Quando è arrivata la polizia, hanno svuotata la sala. Ci hanno staccato dal muro e poi ci hanno portato in commissariato dove siamo state trattenute in questura 6-7 ore, anche più del normale, per provare a farci demordere, ma noi andremo avanti lo stesso. Poi siamo state denunciate manifestazione non autorizzata e deturpamento. Per chi aveva il foglio di via è arrivata anche la contestazione. I nostri avvocati ci seguiranno, noi continueremo ad agire finché non saremo fisicamente impediti".

L'impegno della giovane attivista in tempi recenti

Nonostante la sua contestazione, Laura è entrata in tempi recenti nell'associazione, declinazione italiana della rete internazionale A22: "Sono entrata in Ultima Generazione guardando le azioni, leggendo le ragioni che hanno spinto gli altri e chiedendomi: "Cosa sto facendo per questa situazione?" – ha ricordato – Adesso sto studiando a Roma, però studiare per un futuro così incerto, non basta. Ci sono scienziati che studiano e divulgano questi dati e non vengono comunque ascoltati: noi dobbiamo cercare di portare l'attenzione sul tema. Speriamo che più persone possibili possano unirsi alla lotta".

Impegnarsi e applicarsi così tanto per combattere questa situazione, non è una scelta fatta a cuore leggero: "Mi sono adoperata in prima linea quando ho capito che era arrivato per me il momento giusto: dopo un po' di formazione e preparazione psicologica c'è stata la presa di coscienza. Non è facile fare quello che facciamo, c'è una certa pressione, ma ne siamo consapevoli e pronti a subirne le conseguenze – ha continuato a spiegare a Fanpage.it -Ovviamente parlo di quello che faccio in Ultima Generazione con le persone che mi circondano e anche fra loro ci sono opinioni differenti. Fortunatamente, però, vedo persone sempre più interessate".

Quelli di Ultima Generazione sono attivisti?

Si impegnano per l'ambiente, ma non chiamateli ambientalisti: "Sono perfettamente d'accordo con quanto dichiarato dal climatologo Luca Mercalli sul fatto di non essere chiamati ambientalisti: è diverso. Essere ambientalisti significa svolgere le classiche azioni individuali. Che sono fondamentali, quindi siamo anche questo. Ma le contestazioni di Ultima Generazione sono azioni di semplici cittadine e cittadini preoccupati per quello che sta succedendo e per il futuro".

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