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Opinioni

La verità: mantenere il distanziamento su bus e metro a Roma è al momento impossibile

Già ora le regole sul mantenimento del distanziamento sociale su bus e metro sono in molti casi ignorate e impossibili da rispettare, una situazione che non potrà che peggiorare con il rientro in classe di 300.000 bambini e ragazzi. Nessuno ha la bacchetta magica, ma è stata persa l’occasione per migliorare in maniera radicale il trasporto pubblico nella capitale.
A cura di Valerio Renzi
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L'esperienza comune di chi oggi prende autobus e metro a Roma è che mantenere il distanziamento sociale è impossibile e con le scuole aperte e il rientro in ufficio di molti impiegati e dipendenti, non potrà che andare peggio. E al momento, con i soldi e le risorse messe in campo, non ci sono soluzioni all'orizzonte. Per questo sarebbe meglio togliere di mezzo ogni ipocrisia e dire le cose come stanno ai cittadini della città: nonostante l'aumento di chi sceglie di prendere un mezzo di trasporto alternativo la proposta su gomma e ferro continua a essere insufficiente.

Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha annunciato alcuni giorni fa il rafforzamento di 220 linee di autobus ad altra frequenza che servono gli istituti scolastici della città e l'arrivo di 230 nuovi bus. Un rafforzamento che avviene su uno dei sistemi di trasporto cittadino più efficienti al mondo, con 11 linee di metropolitana per 207 stazioni.

A Roma come si muoveranno i circa 330.000 studenti iscritti alle scuole di ogni ordine e grado? Secondo uno studio della stessa Agenzia per la Mobilità del Campidoglio, se a luglio per vagone sulla metro A nell'ora di punto viaggiavano circa 300 persone, dal 14 settembre saranno circa 500. Roma Capitale si prepara a rispondere al problema con il noleggio di bus privati con cui rafforzare le linee di trasporto pubblico che servono le scuole: quanti, dove e come non è ancora noto a meno di una settimana dal suonare della prima campanella e con il vincolo dell'80% della capienza massima da rispettare.

Basta fare un giro su uno dei tram che da Termini va verso la periferia est della città, o su uno degli autobus che percorrono la mattina via Tiburtina o un'altra delle vie consolari per rendersene conto.

La verità è che Roma è impreparata, che le restrizioni al numero di viaggiatori per garantire il distanziamento arrivano in un contesto in cui la rete di trasporto pubblico su gomma e ferro non solo è insufficiente, ma è cronicamente inefficiente nonostante gli acquisti di nuovi bus, con una flotta troppo vecchia e troppi guasti.

E se un bus è pieno oltre l'80% cosa dovrebbe accadere? L'autista non dovrebbe effettuare le fermate o far scendere le persone? Uno scenario al minimo irrealistico per chi ha una comune esperienza da passeggero. Amministratori, politici e dirigenti al contrario sembrano parlare di una città diversa dove tutti noi ogni giorno abitiamo e ci spostiamo.

Nessuno ha la bacchetta magica, e la sindaca Virginia Raggi ne è sembrata perfettamente consapevole quando si è rivolta alla stampa chiedendo di essere "clemente" con la sua amministrazione di fronte alle difficoltà che si sarebbero riscontrate con la riapertura delle scuole. Quello che manca però è la trasparenza: quanti bus servono? Quanti soldi? Poteva essere l'occasione per migliorare in maniera radicale il trasporto pubblico a Roma, chiamando in causa il Governo, chiedendo un piano

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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