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Il primo municipio di Roma non vuole più impiegati residenti a Napoli: “Arrivano tardi al lavoro”

La presidente del primo municipio, Sabrina Alfonsi ha deciso di inviare una lettera alla sindaca Raggi: “Il I Municipio è da sempre destinatario di dipendenti provenienti da fuori regione vista la sua vicinanza con la principale stazione ferroviaria di Roma. Questo fatto però comporta a questa struttura notevoli disagi nell’offerta dei servizi”.
A cura di Enrico Tata
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Foto di repretorio
Foto di repretorio

Troppi dipendenti sono residenti a Napoli e quindi, partendo da lontano, arrivano tardi al lavoro. Con questa motivazione il primo municipio di Roma, quello del centro storico e governato dalla presidente Sabrina Alfonsi, Partito democratico, ha chiesto al Campidoglio di non inviare più in quegli uffici impiegati che abitano fuori dal Lazio. A gennaio, si legge nella lettera riportata dal Messaggero, è arrivato un terzo lavoratore con residenza a Napoli. Non c'è l'obbligo di abitare nella città in cui si lavora e quindi ci sono alcuni dipendenti del Campidoglio che giornalmente fanno avanti e indietro soprattutto dalla Campania. Vengono generalmente inseriti nell'organico del primo municipio (su oltre 300 dipendenti, circa 30 non abitano nel Lazio) perché è quello nel territorio della stazione di Roma Termini e quindi per loro il più vicino in caso di arrivo in treno. Spesso, però, si verificano ritardi e così la presidente Alfonsi ha deciso di inviare una lettera alla sindaca Raggi: "Il I Municipio è da sempre destinatario di dipendenti provenienti da fuori regione vista la sua vicinanza con la principale stazione ferroviaria di Roma. Questo fatto però comporta a questa struttura notevoli disagi nell’offerta dei servizi".

Pacetti (5 Stelle) attacca Alfonsi: "Roba da far ingelosire Borghezio"

Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in assemblea capitolina, Giuliano Pacetti, ha attaccato Alfonsi: "Nei salotti romani del centro storico un tempo si cantava ‘Bandiera rossa’, oggi si preferisce intonare cori di stampo leghista. La Presidente del Municipio I sfodera la sua avversione verso i napoletani: nei suoi uffici ce ne sarebbero troppi, quindi chiede di innalzare le frontiere a Termini. La metamorfosi è impressionante. Un tempo Alfonsi avrebbe snocciolato tesi su eguaglianza e diritti universali, oggi chiede formalmente di non inviare più lavoratori napoletani presso le sue strutture. Lo dice a chiare lettere: se alcuni servizi del suo Municipio registrano criticità, è perché chi viene da Napoli è un po’ pelandrone e ritardatario. Roba da far ingelosire persino Borghezio".

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