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Il nuovo sistema di etichettatura dei cibi rischia di far sparire cacio e pepe dalle nostre tavole

Il nuovo sistema di etichettatura che potrebbe essere approvato a breve dall’Unione europea boccia diversi cibi, tra cui la cacio e pepe e la mozzarella di bufala.
A cura di Natascia Grbic
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Credit: Eataly
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Coldiretti Lazio contro il Nutri – score, il sistema di etichettatura già in vigore in diversi paesi europei che identifica i valori nutrizionali di un prodotto. "Se il Nutri-score venisse approvato dall’Unione Europea sparirebbero dalle tavole le eccellenze locali che caratterizzano i nostri territori e con la loro la storia e le tradizioni che li accompagnano – ha dichiarato David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio – Quello di cui abbiamo bisogno è un’Europa protagonista e forte perché capace di coltivare le sue ricchezze e le pluralità di cultura". Cosa succederebbe con l'approvazione del Nutri – score? La cacio e pepe, simbolo della cucina romana, potrebbe secondo Granieri scomparire dalla nostra tavola dato che il pecorino è considerato un formaggio non salutare.

Da tempo le associazioni contestano l'utilizzo del Nutri – score, considerato particolarmente penalizzante per la cucina mediterranea. L'olio d'oliva, ad esempio, secondo quanto spiegato da Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, secondo questo sistema di etichettatura rientrerebbe nella categoria C contraddistinta dal colore giallo, che segnala l’allerta sul consumo del prodotto. Non solo: anche la mozzarella di bufala, uno dei cibi più apprezzati dai romani, non sarebbe considerata salutare. "I sistemi di etichettatura a colori come il Nutri-score escludono paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali, che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta – dichiara Granieri – L’etichetta nutrizionale a colori boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp), che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare, soprattutto nel tempo del Covid”.

"È alla sovranità alimentare che dobbiamo puntare per non dipendere dall'estero e le grandi tensioni internazionali che stiamo vivendo, ci dimostrano quanto questo tema sia sia centrale e prioritario – conclude Granieri – Bisogna favorire il Made in Italy e i prodotti locali, che con il caro carburati e il caro bollette, rappresenta una risorsa anche per abbattere i costi dei rincari. Il quest'ottica il bando ‘Lazio KM Zero' della Regione è un sostegno fondamentale per l'intera filiera agroalimentare. La filiera corta riduce logisticamente gli spostamenti e quindi anche i costi. Tutto questo fa diventare ipercompetitivo il mercato locale e non possiamo immaginare un futuro di restrizioni alimentari imposto da politiche europee, che dimostrano di essere quanto mai distanti dalla nostra cultura e dalle nostre tradizioni. Politiche che non tutelano affatto la nostra salute e contro le quali continueremo a batterci".

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