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“Il corpo del giudice Paolo Adinolfi è sotto la Casa del Jazz”: dopo 31 anni si cerca con i cani molecolari

Il giudice Paolo Adinolfi è scomparso nel 1994: da questa mattina investigatori si trovano con i cani molecolari alla Casa del Jazz: il suo corpo potrebbe trovarsi lì.
A cura di Beatrice Tominic
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Paolo Adinolfi.
Paolo Adinolfi.

"Il corpo del giudice Paolo Adinolfi è sotto la Casa del Jazz". È l'ipotesi presa in considerazione dagli investigatori che da questa mattina si trovano in via Cristoforo Colombo con i cani molecolari alla ricerca di qualche traccia di Adinolfi. Così nella mattina di oggi, giovedì 13 novembre, sono scattati i primi sopralluoghi alla Casa del Jazz, dopo una richiesta dell'ex giudice Guglielmo Muntoni alla Prefettura.

Perché la Casa del Jazz: si cerca il corpo del giudice Adinolfi

La scomparsa del giudice Adinolfi risale a 31 anni, nel 1994, quando aveva 52 anni. Secondo l'ipotesi presa in considerazione dagli investigatori, il suo corpo potrebbe trovarsi sotto alla Casa del Jazz in via Cristoforo Colombo. Il centro, ormai divenuto punto di riferimento culturale a Roma, è nato sulle ceneri di un bene sequestrato alla malavita organizzata, in particolare a Enrico Nicoletti ritenuto il cassiere della Banda della Magliana.

La decisione di continuare a indagare sul caso è arrivata da Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, dopo la segnalazione giunta in Prefettura dall’ex giudice Guglielmo Muntoni, ma non è ancora chiaro quali siano le informazioni alla base.

La scomparsa 31 anni fa: chi è il giudice Paolo Adinolfi

La scomparsa risale al 2 luglio 1994. Il giudice Adinolfi, all'epoca cinquantaduenne, stava uscendo da casa sua in via della Farnesina. "Ci vediamo a pranzo", aveva detto alla moglie e ai figli prima di uscire. Ma non è più tornato. Da quel giorno sono passati tre decenni.

Quando è scomparso Adinolfi aveva preso servizio alla Corte d'Appello da circa venti giorni. Secondo quanto emerge dalle indagini, però, la sua sparizione sarebbe legata all'incarico precedente quello nella Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma. Conosceva i segreti delle aziende e i loro possibili legami con la criminalità locale. Le indagini hanno provato a scavare proprio in questa direzione, sui colossi finanziari caduti durante il suo incarico alla Fallimentare. Dalla Fiscom, intorno a cui ruotavano figure dei Servizi Segreti e della malavita organizzata e per cui venne condannato in primo grado proprio Nicoletti, fino all'Ambra Assicurazioni.

Proprio per quest'ultimo caso, qualche giorno prima di sparire, avrebbe telefonato al pm di Milano, Carlo Nocerino, titolare dell’inchiesta per bancarotta, offrendosi di testimoniare come "privato cittadino". Una testimonianza, però, che non è mai arrivata. Non è da escludere, inoltre, che tramite la sua posizione fosse entrato a conoscenza di ulteriori legami, intrecci e interessi sia politici che criminali dell'epoca.

Il mistero sulla scomparsa del giudice Adinolfi: cosa c'entra la Banda della Magliana

Negli anni precedenti alla sparizione si era occupato anche del fallimento della Fiscom e della Ambra Assicurazioni. Per quanto riguarda la prima vicenda è stato condannato in primo grado Enrico Nicoletti, considerato dagli investigatori il cassiere della Banda della Magliana: proprio lui, inoltre, è considerato il proprietario dell'immobile su cui, in seguito, è nata l'attuale Casa del Jazz dove stamattina si sta scavando.

L'inchiesta sul caso Adinolfi: il giallo ancora aperto

L'inchiesta sul caso è stata archiviata, ma il giallo è ancora aperto. E oggi potrebbe arrivare la svolta. Secondo alcune testimonianze, la mattina della scomparsa sarebbe stato visto in autobus quando, invece, per uscire di casa aveva preso la sua automobile, una BMW, poi ritrovata al Villaggio Olimpico. Un'altra persona lo avrebbe avvistato a piazzale Clodio. Non è chiaro, nonostante tutti questi anni e le indagini, cosa sia successo a Paolo Adinolfi.

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