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Il Circolo Il Faro rischia di chiudere: “Per la Croce Rossa il contratto non è valido”

La Croce Rossa chiede la restituzione degli impianti sportivi in cui oggi si trova l’associazione Il Faro, punto di riferimento di quartiere da 17 anni.
A cura di Beatrice Tominic
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Dal settembre del 2004, ormai 17 anni fa, l'associazione Il faro è un punto di riferimento per il quartiere. Ma oggi la Croce Rossa, proprietaria degli impianti sportivi, ha contestato il contratto di locazione.

"Diciassette anni fa la nostra associazione ha preso in gestione questo circolo che si chiama il circolo Il Faro quasi per gioco: eravamo una squadra di amici che faceva calcio a 5 a livello federale – ha raccontato a Lorenzo Sassi per Fanpage.it il vicepresidente dell'associazione, Enrico Zanchini- Dall'inizio abbiamo quasi sempre cercato di coniugare l'attività sportiva con un'attenzione al sociale."

La causa con la Croce Rossa

Zanchini, poi, ha aggiunto continuato a spiegare la situazione: "Due anni fa la fondazione Il Faro, vecchio padrone di casa, con cui avevamo un ottimo rapporto, ha chiuso e la Croce Rossa, che è proprietaria di tutta l'area in cui si trova il circolo, rientra in possesso degli spazi e diventa il nostro nuovo interlocutore." Ma qualcosa poco dopo è cambiato: "Ad un certo punto ci citano in giudizio perché ritengono che il nostro contratto non sia valido per motivi legali."

La Croce Rossa ha fatto causa affermando l'invalidità del contratto, interrompendo qualsiasi tipo di trattativa con l'associazione e chiedendo soltanto la riconsegna degli impianti sportivi. L'associazione, invece, ha assicurato che si sarebbe messa alla ricerca, con l'aiuto del municipio, per cercare un'altra soluzione, chiedendo di restare negli impianti in attesa di una soluzione. "Siccome non avete progetti per questo posto fateci stare qui perché altrimenti finisce un'attività che è un bene per tutto il territorio – ha detto il presidente de Il Faro, Riccardo Canevacci – La Croce Rossa fino ad ora ha sempre risposto negativamente. Ieri ha fatto un comunicato in cui ha detto che loro devono "ripristinare la legalità" e ci tengo a dire che tutte le attività che vengono fatte qui dentro sono tutte legali e che operiamo in virtù di un contratto che finora è legittimo", ha aggiunto. "Il presupposto è che noi rilasciamo questo posto, poi possiamo ragionare sulle modalità di comunicazione, quindi ha interrotto ogni trattativa", ha spiegato: la Croce Rossa vuole la riconsegna degli impianti.

Il ruolo del Municipio

L'associazione, intanto, si è rivolta al XII Municipio: "Nei mesi scorsi, sapendo che c'era una causa in corso abbiamo investito la nostra energia come Municipio per cercare una mediazione fra il CCCP e la Croce Rossa – ha dichiarato il presidente Elio Tomassetti – Mediazione che era quasi arrivata ad un risultato finale. Oggi si è interrotto ogni tipo di trattativa, chiediamo chiarimenti e se necessario anche a livelli istituzionali più alti."

L'attesa della sentenza

Interpellata sull'argomento, inoltre, la Croce Rossa non ha voluto rilasciare interviste o dichiarazioni: nei giorni scorsi, però, ha diffuso un comunicato in cui parla di "comunicazione fuorviante". Adesso si aspetta la decisione del giudice: "Siamo siamo in attesa della sentenza del giudice – dicono dall'associazione –  È lui che dirà se dobbiamo andare via subito o se il nostro contratto vale e quindi fino a luglio 2023 possiamo stare."

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