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Identificati gli autori del video rap che inneggia ai boss del clan Travali: sono 4 giovanissimi

Sono quattro i giovanissimi identificati dalla Squadra Mobile di Latina considerati gli autori del video rap che inneggia ai boss dei clan Travali e Di Silvio, decantando la vita criminale di due degli arrestati dell’operazione Reset, terrore della zona di Latina. Obiettivo degli inquirenti è capire se il messaggio lanciato dalla canzone possa avere impatto negli ambienti criminali, anche dentro il carcere.
A cura di Natascia Grbic
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Sono stati identificati i quattro rapper protagonisti del video musicale in cui sono stati fatti espliciti richiami alla criminalità organizzata, oltre che un elogio ai fratelli Angelo e Salvatore Travali, esponenti dell'omonimo clan di Latina arrestati dieci giorni fa con una serie di accuse, dallo spaccio all'estorsione con l'aggravante del metodo mafiso. I ragazzi sono stati identificati dagli agenti della Squadra Mobile a seguito delle indagini avviate dalla Procura di Latina dopo l'uscita del video. Gli inquirenti vogliono sapere se dentro quel video erano veicolati messaggi magari destinati ad avere qualche impatto nell'ambiente della criminalità organizzata, non solo fuori ma anche dentro il carcere.

I riferimenti a "Zio Bula, Palletta e Papù"

"Palletta, l'ho scritto anche sui muri della cameretta, Zio Bula esce in fretta", uno dei versi della canzone trap cantata dai quattri giovanissimi. Il riferimento è a innegabilmente a Salvatore Travali (zio Bula) e al fratello Angelo, chiamato anche Palletta. Non solo: viene citato anche ‘Papù', ossia Antonio Di Silvio, deceduto nel 2016 a 75 anni, storico capo del clan Gionchetto che, ha sempre comandato a Latina insieme ai Travali. Il video è stato girato dopo l'operazione Reset – e infatti all'interno vi sono contenute molte immagini della clip diffusa dalla Polizia di Stato – dove diciannove persone ritenute esponenti del clan Travali sono state arrestate. Sono tutti indagati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, estorsioni aggravate anch’esse dal metodo mafioso, e dell'omicidio avvenuto a Latina nel 2014 di Nicolas Adrian Giuroiu, aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa. Terrorizzavano chiunque sul territorio, dai pusher di altre organizzazioni criminali a singoli cittadini, costretti a dargli migliaia di euro al mese dietro continue minacce di morte.

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