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I regali al vigile urbano per chiudere un occhio sulle multe: gelati e casse di vino per Natale

L’agente della polizia locale di Roma Capitale è stato condannato a tre anni di reclusione per corruzione.
A cura di Enrico Tata
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Gelati gratis in gelateria, casse di vino, buoni pasto da spendere al ristorante. Con questi regali alcuni ristoratori e gestori di bed&breakfast del centro storico hanno corrotto un vigile urgano della polizia locale di Roma Capitale. L'agente è stato condannato a tre anni di reclusione. Per due colleghi, accusati anch'essi di corruzione, i giudici hanno ritenuto di non dover procedere in quanto il reato era prescritto.

Vigile urbano corrotto a Roma: la ricostruzione dei fatti

Stando a quanto riporta il Messaggero, i fatti sarebbero avvenuti nei mesi compresi tra gennaio 2013 e aprile 2014. In pratica, scrivono i pm nel capo di imputazione, il vigile avrebbe ricevuto "promesse ed erogazioni di denaro e altre utilità a contenuto patrimoniale" in qualità "di appartenente alla polizia locale e dunque pubblico ufficiale". Nello specifico, i regali servivano per sapere in anticipo dal vigile la data dei controlli nei loro locali. In questo modo potevano prepararsi ed evitare di incorrere in qualche regolarità. Insomma, le verifiche a sorpresa, grazie all'aiuto dell'agente, non erano più a sorpresa. Ad aprile del 2014 avrebbe avvisato preventivamente dei controlli un bar ristorante che si trova a pochi metri da piazza di Spagna e il 6 maggio avrebbe contattato il gestore di un bed&breakfast per lo stesso motivo. Addirittura avrebbe "bloccato i controlli da svolgere" presso una struttura ricettiva del centro storico e avrebbe "orientato" una verifica in un b&b "in modo tale da garantire il suo esito positivo". Avrebbe anche fatto in modo che i controlli si svolgessero "con elasticità". In cambio, come detto, riceveva dai gestori buoni pasto e casse di vino per Natale. È stato scoperto in seguito a una lunga indagine coordinata dai pm della procura di Roma. Gli avvocati dell'uomo hanno già detto che ricorreranno in appello.

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