I docenti del liceo Giulio Cesare di Roma sulla ‘lista degli stupri’: “Scritta inqualificabile, faremo la nostra parte”

Dopo la condanna dalla dirigenza scolastica e la lettera inoltrata dai genitori del liceo Giulio Cesare di Roma, letta nelle classi nel corso della mattinata di oggi, a prendere la parola sulla "lista degli stupri" scritta nel bagno dei maschi al secondo piano dell'istituto del Nomentano sono stati i docenti.
Professori e professoresse si sono scagliati contro il gesto violento ai danni di nove studenti, di cui otto ragazze, i cui nomi hanno riempito le nove voci dell'elenco scritto in rosso sulle mattonelle bianche del bagno. Il gruppo di insegnanti esprime la sua "più ferma e severa condanna per la scritta inqualificabile apparsa su un muro del bagno del nostro liceo negli scorsi giorni" nei confronti dei responsabili dell'atto, forse un quattordicenne istigato da un gruppo di compagni più grandi.
"La nostra più sincera e profonda vicinanza va alle persone, ragazze e ragazzi, colpiti da questa vigliacca e inaccettabile violenza verbale; ci uniamo alle parole della dirigente, soprattutto nel passaggio in cui si ribadisce fortemente la condanna nei confronti di qualsivoglia stereotipo e violenza di genere sia essa fisica, verbale, psicologica o digitale", hanno aggiunto ringraziando l'intera comunità studentesca per l'assemblea straordinaria del 28 novembre 2024.
Una delle ragazze il cui nome è apparso nella lista nei giorni scorsi ha parlato ai media. "Per noi è una minaccia vera e propria, dovrei essere tranquilla nel camminare nei corridoi, la scuola dovrebbe essere un luogo sicuro per noi. Ma questo è un atto di violenza vero e proprio".
Durante l'incontro "una parte numerosa, variegata e qualificata di ragazzi e ragazze, a partire dai rappresentanti di istituto, ha preso parola per denunciare con coraggio l'accaduto e soprattutto invitare con forza tutti e tutte a un cambio di passo verso la sparizione dell'omertà in cui eventi del genere trovano il terreno fertile – continuano i docenti nella lettera – Durante quei discorsi, il silenzio e l'attenzione mostrate dalla netta maggioranza della comunità studentesca ha evidenziato una solidarietà e una coesione ammirevoli che ci auguriamo non vadano perduti o strumentalizzati", hanno precisato nelle righe della lettera.
Poi hanno precisato che continueranno il loro "lavoro di docenti attraverso le attività formative già in corso – scrivono, evidenziando il lavoro della scuola, come anticipato dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara – Siamo decisi a potenziare, per quanto è nelle nostre possibilità, i temi trasversali e interdisciplinari della parità di genere, dell'educazione affettiva e all'espressione sana dei sentimenti, del rispetto delle differenze, della presa di parola anche forte ma non violenta, nella consapevolezza che molta strada è da percorrere da parte di tutti per servire una società in rapida evoluzione, ma per la quale i dettami della Costituzione ci offrono indicazioni chiare: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese (art.3); e ancora: La scuola è aperta a tutti (art. 34)".
Un augurio, prima di concludere la missiva, è che "da questo episodio deprecabile il nostro Liceo possa trarre nuova linfa per procedere insieme in questa direzione, con maggiore forza e consapevolezza, disponibili come docenti a continuare a fare la nostra parte".