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Getta neonato nel wc a Roma: dall’ipotesi di parto indotto a casa di amici all’arresto

Ha indotto il travaglio e partorito a casa di amici, poi ha spinto il figlio appena nato nelle tubature del wc. “Non sapevo di essere incinta”, ha detto agli inquirenti: cosa sappiamo fino ad ora sul caso.
A cura di Beatrice Tominic
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Ha partorito nel bagno, a casa di amici. Poi ha gettato il corpicino del neonato nel water, spingendolo verso le tubatura. Poco tempo dopo, a causa di un malore, ha raggiunto il pronto soccorso dell'ospedale. Davanti ai medici ha negato di aver partorito di recente, fornendo loro una versione che non li ha convinti. Così hanno fatto scattare l'allarme. Dopo circa sei mesi di serrate indagini, gli agenti della Squadra Mobile di Frascati hanno raggiunto la donna, una ventinovenne, nel quartiere di Finocchio, alla periferia est della capitale. E l'hanno arrestato con l'accusa di omicidio. "Non sapevo di essere incinta", si è difesa lei davanti agli agenti che l'hanno portata in carcere a Rebibbia.

Il parto a casa di amici: cosa è successo

I fatti si sono verificati nel mese di ottobre scorso, quando la ventinovenne, originaria della Nigeria, si trovava a casa di amici alle porte di Roma, a Montecompatri. È andata in bagno e ha partorito. Si trovava fra la venticinquesima o ventiseiesima settimana di gestazione. Secondo alcune ipotesi emerse durante la ricostruzione dell'accaduto, sarebbe stata proprio la donna a indurre il parto. Poi avrebbe spinto il figlio appena nato verso le tubature del wc. Qualche tempo dopo, per un malore, si è recata al pronto soccorso.

L'arrivo al pronto soccorso e l'allarme dei medici

Una volta arrivata all'ospedale è stata sottoposta alle visite necessarie. Quando medici e infermieri le hanno chiesto se avesse partorito da poco, ha risposto di no e avrebbe fornito delle giustificazioni considerate da loro inverosimili. Così sono stati loro a far scattare l'allarme e ad allertare le forze dell'ordine che hanno preso immediatamente in carico il caso, coordinati dalla Procura della Repubblica di Velletri. Gli accertamenti sono andati avanti per diversi mesi. Poi, in un tombino collegato alle tubature del bagno dell'abitazione degli amici della ventinovenne, è stato ritrovato il corpicino del neonato. Una volta rinvenuto, è stato sottoposto ad alcuni esami del Dna che ne hanno accertato il legame con la ventinovenne.

L'arresto: "Non mi ero accorta di aver partorito"

Non appena gli elementi raccolti lo hanno permesso, gli inquirenti hanno chiesto e ottenuto la convalida dell'arresto. Hanno raggiunto la donna, con due figli avuti da una precedente relazione ora affidati a una parente, nel quartiere di Finocchio, alla periferia est della capitale. E l'hanno arrestata per omicidio, trasferendola nel carcere di Rebibbia. "Non sapevo di essere incinta. Non mi sono accorta di aver partorito", ha spiegato la donna agli inquirenti. Per il momento non compaiono alti indagati, come appreso da Fanpage.it.

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