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Fiumicino, chiuse le palestre scolastiche agli esterni: la città protesta contro il Comune

Un centinaio di persone manifestano contro il Comune di Fiumicino per aver vietato l’accesso alle strutture sportive delle scuole e degli impianti sportivi locali a soggetti terzi estranei. Secondo i genitori presenti, molti bambini hanno rinunciato alle attività sportive quest’anno, mentre alcune società rivelano di aver perso il 30% degli iscritti a causa delle direttive del Comune.
A cura di Francesco Muccino
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Protesta davanti al Comune di Fiumicino contro la chiusura delle palestre scolastiche e dei centri sportivi a soggetti extrascolastici. Almeno un centinaio di persone in rappresentanza di 17 associazioni sportive, tra atleti, genitori e allenatori, hanno manifestato dalle 9 di questa mattina a causa della decisione sulle attività sportive presa dal sindaco Esterino Montini. Lo scorso 28 agosto, infatti, il primo cittadino di Fiumicino ha firmato un decreto che vieta l'utilizzo delle palestre scolastiche e degli impianti sportivi a terzi: una scelta, secondo il sindaco, "fatta nell'interesse della collettività", presa per limitare la diffusione del coronavirus all'interno delle scuole e tra i più giovani. Già allora ci sono state reazioni molto negative verso una mossa vista dai cittadini come deleteria per lo sport in città.

"Decisione presa senza alcun confronto"

La manifestazione si svolge in piazza Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, contemporaneamente a una riunione del Consiglio comunale. Sul posto presenti anche le forze dell'ordine per monitorare la situazione. Per i genitori presenti quella del Comune è stata "una decisione calata dall'alto, senza confronto. Molti bambini stanno già rinunciando a fare sport quest'anno. E si privilegiano in questo modo impianti sportivi privati, su cui ora diverse famiglie stanno dirottando i figli". Alla luce anche dell'inaccessibilità del "Mirko Fersini", il palazzetto dello sport di Fiumicino, molte associazioni sportive, che comprendono circa 3.500 atleti e 200 tra dirigenti ed allenatori, evidenziano il rischio concreto di dover necessariamente spostarsi nelle strutture di altri Comuni per poter svolgere regolarmente le attività agonistiche. Le direttive del sindaco comportano un'ulteriore danno: alcune società denunciano di aver già perso il 30% degli iscritti. Una delegazione in rappresentanza dei manifestanti dovrebbe essere stata ricevuta dal Comune, nel tentativo di trovare un punto d'incontro su una questione che da settimane anima gli abitanti della città in provincia di Roma.

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