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Fabio morto schiacciato dall’ascensore della Farnesina: ha provato a salvarsi rannicchiandosi

Fabio Palotti non è morto per la caduta nel vano ascensore. Questo quanto emerso da un primo esame del medico legale. Il 39enne ha provato a salvarsi, ma non c’è stato nulla da fare.
A cura di Natascia Grbic
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Fabio Palotti ha provato a salvarsi. Non è morto a causa di una caduta nel vano ascensore, come riscontrato da un primo esame del medico legale, ed è probabile che sia deceduto per schiacciamento. Il 39enne avrebbe provato a rannicchiarsi in un'intercapedine: uno spazio molto stretto, che non gli è stato d'aiuto. Il magistrato ha disposto l'autopsia sul corpo dell'operaio, la famiglia ha già nominato un proprio consulente di parte. Da chiarire se Palotti sia morto sul colpo, o successivamente. "Ciò che sappiamo è che le ferite riscontrate non sono compatibili con una caduta", spiega l'avvocato Michele Montesoro a Fanpage.it. L'ipotesi è che il decesso sia avvenuto la sera prima del ritrovamento del corpo: il 39enne, infatti, finiva il suo turno alle 22, ma è stato trovato dal collega la mattina successiva alle 8. L'uomo si era insospettito perché aveva visto la macchina di Palotti nel parcheggio, anche se non era in turno. Appena ha visto il corpo, ha lanciato l'allarme. Secondo quanto dichiarato dal legale all'Agi, la famiglia del 39enne non si era agitata non vedendolo tornare a casa. "Quel giorno avevano avuto un piccolo diverbio e quindi poteva starci che quella sera volesse stare da solo e passare la notte dai genitori. L'indomani la moglie ha chiamato i genitori per sapere se avessero notizie del marito. I genitori erano stati contattati da un collega del figlio allarmato della presenza dell'auto nel parcheggio della Farnesina. Dopo pochi minuti hanno ricevuto la telefonata in cui gli è stato detto che il figlio era morto". Sull'ascensore è stata disposta una perizia. Intanto in Procura è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti.

Morte Fabio Palotti, s'indaga per omicidio colposo

Diversi i punti ancora da chiarire sulla dinamica di quanto accaduto, a partire dal perché il 39enne fosse da solo al motivo per cui l'ascensore è ripartito, schiacciandolo. Il pubblico ministero ha disposto l'acquisizione delle telecamere presenti nella zona, e nelle prossime ore ascolterà l'uomo che ha trovato il corpo di Palotti, oltre al titolare della ditta per cui l'uomo lavorava. Sul caso, indagano i carabinieri, giunti ieri sul posto insieme a 118 e vigili del fuoco per i rilievi del caso. C'è un altro punto che ancora non è chiaro: del telefono di Fabio, ancora nessuna traccia. "Non è stato ancora trovato nonostante fosse stata sollecitata la ricerca – continua l'avvocato – Nessuno si perde il cellulare, e non è stato cercato nel vano ascensore dove molto probabilmente è caduto. È molto strano". L'ultimo segnale dallo smartphone si è avuto alle 18.25, quando Palotti ha mandato un messaggio agli amici del calcetto. Dopodiché, nulla. "Fabio era una persona limpida, lo conoscevo sin da quando era un bambino – conclude il legale – Non ha mai bevuto, non si è mai drogato, aveva due figli e una compagna, amava fare sport. Era senza macchia, vogliamo sia fatta chiarezza".

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