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Eugenio Scalfari: la vita a Roma, dal Liceo Mamiani alla redazione di Piazza Indipendenza

Nato a Civitavecchia, Eugenio Scalfari ha trascorso la maggior parte della sua vita a Roma: dal liceo Mamiani, al Caffè Rosati in via Veneto e nella redazione di Repubblica.
A cura di Beatrice Tominic
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Eugenio Scalfari è morto oggi, 14 luglio 2022: aveva 98 anni. A dare la notizia è stato il quotidiano la Repubblica, che lo stesso Scalfari aveva fondato nel 1976 a Roma. Nato a Civitavecchia il 6 aprile del 1924, la maggior parte della sua vita si è svolta a Roma, anche se da tempo viveva alle porte della capitale, nel comune di Velletri. Le prime esperienze nella capitale sono arrivate  con l'adolescenza quando ha iniziato gli studi classici al liceo Mamiani. Ben presto, però, a causa del lavoro del padre, è stato costretto a trasferirsi a Sanremo, dove si è diplomato al liceo Gian Domenico Cassini: è qui che ha conosciuto Italo Calvino, suo compagno di banco e amico.

Il ritorno a Roma

Dopo i primi anni di università a Genova, Scalfari è tornato a Roma per concludere gli studi in Giurisprudenza a La Sapienza e, non ancora laureato, ha iniziato a dedicarsi al giornalismo. Le prime esperienze della sua carriera giornalistica risalgono agli anni Quaranta, in pieno Ventennio: ha iniziato a scrivere per Roma Fascista, organo del GUF (Gruppo Universitario Fascista) di cui in breve tempo è diventato caporedattore romano e poi ha continuato su riviste e periodici fino al 1943, quando è stato espulso dal GUF per aver attaccato il partito.

La carriera giornalistica nel dopoguerra

Nel dopoguerra Scalfari è entrato in contatto con il Partito Liberale e si è stabilito nella capitale, dove ha iniziato le prime collaborazioni con alcune testate come il Mondo, settimanale politico con redazione a pochi passi dal Pantheon, pubblicato dal 1949 al 1966 diretto da Mario Pannunzio e per L'Europeo di Arrigo Benedetti. Proprio con Arrigo Benedetti, nel 1955, dopo aver già partecipato alla fondazione del Partito Radicale nello stesso anno, ha fondato l'Espresso, settimanale per cui Scalfari scriveva articoli di economia. Ne è diventato poi direttore amministrativo e, nel 1963, anche direttore responsabile: in appena cinque anni il settimanale ha superato il milione di copie vendute.

Il caffè Rosati

In quegli anni, come ha spesso ricordato Scalfari, insieme ai colleghi del Mondo frequentava il Caffé Rosati, in via Veneto che, per lui, era come una casa come ha raccontato lo stesso Scalfari in un libro e in un articolo de L'Espresso.

Il suo gruppo era composto da giornalisti, scrittori, artisti, vitelloni con un pizzico di snob, molto misogini, molto voyeurs, molto indolenti, alquanto sciroccosi: "Correva l’anno Cinquanta. L’Italia era ancora profondamente contadina e papalina. Il partito comunista rumoreggiava ai bordi delle istituzioni. “Il Mondo” era stato fondato da un anno e vendeva quindicimila copie. Non ne avrebbe mai vendute molto di più, ma la navicella dei liberal italiani aveva preso il mare." Molti i nomi e i volti noti del giornalismo e della politica italiana che si incontravano la sera al Caffè Rosati con Scalfari: tra le 22 e le 23 i tavoli si riempivano, anche se, durante le serate estive, la compagnia continuava ad allargarsi fino a mezzanotte. Soltanto verso le due della notte la compagnia si salutava.

La Repubblica e la redazione a piazza Indipendenza

Ormai Scalfari è stato adottato completamente dalla capitale e la sua carriera è ben avviata. Negli anni Settanta ha chiesto ad Indro Montanelli di creare insieme un nuovo giornale, ma la sua risposta è negativa. Così, nel 1976, Eugenio Scalfari ha fondato la Repubblica con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo Mondadori Editore: secondo quanto racconterà in seguito nella sua autobiografia, aveva conservato l'idea di fondare un quotidiano fin dal 1954.

"Un giornale indipendente ma non neutrale", dichiarava lo stesso Scalfari con il titolo dell’editoriale con il quale la Repubblica salutava i lettori. "Avevamo delle vecchie rotative. Piccole e vecchie, da 25mila copie. Ma quel primo numero raggiunse quota 350mila. Nel paese c'era molta attesa", ha sempre ricordato. La prima redazione si trovava in piazza dell'Indipendenza, insieme a quella de L'Espresso: è lì che ogni giornalista si recava prima del trasferimento del 2003 in via Cristoforo Colombo. Si trovava a pochi passi da via Solferino dove, invece, c'era la sede de il Corriere della Sera, con il quale la testata ha iniziato da subito un lungo braccio di ferro: per un periodo la Repubblica ha vantato il primato di testata più letta, ma il testa a testa con il quotidiano avversario è durato decenni.

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