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La morte di Gina Lollobrigida

Eredità di Gina Lollobrigida: anche se Piazzolla verrà condannato, il finto marito Rigau non vedrà un euro

Perché l’eventuale condanna di Andrea Piazzolla per circonvenzione di incapace ai danni della Lollobrigida, non consentirà a Javier Rigau di impugnare il testamento. Nei prossimi giorni è attesa la sentenza, nella speranza che metta la parola fine alla vicenda giudiziaria e la grande attrice possa finalmente riposare in pace.
A cura di Anna Vagli
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Non c’è pace per Gina Lollobrigida. Un’attrice internazionale, un’icona, una figura capace di lasciare un’impronta indelebile nella cultura cinematografica. E a quanto pare non solo in quella. Circondata, anche post mortem, da personaggi che rivendicano eredità e patrimonio dell'attrice.

Andrea Piazzolla, l’ex factotum, il presunto marito Javier Rigau, ed i parenti più stretti, Milko e Dimitri Skofic che nelle opportune sedi rivendicano l’onorabilità della defunta. E non solo quella.

Il prossimo 5 ottobre è attesa la sentenza proprio per Andrea Piazzolla, denunciato per circonvenzione di incapace da Milko e Dimitri Skofic, rispettivamente il figlio ed il nipote di Gina, e dallo stesso Rigau.

Secondo quanto stimato dal dottor Vittorio Occorsio, niente sarebbe rimasto quanto a gioielli, soldi e oggetti della donna. Un patrimonio, quello di quest’ultima, stimato nel 2009, proprio l’anno in cui conobbe Piazzolla, in dieci milioni di euro. Il Pm Eleonora Fini nell’ultima udienza ha chiesto la condanna a sette anni e sei mesi per l'uomo. La pena massima prevista proprio perché secondo quanto ricostruito dalla magistratura  Piazzolla, tra il 2013 ed il 2018, si sarebbe appropriato di tutti i beni di Lollobrigida, dopo averla raggirata e fatto leva sulle sue fragilità.

Penalmente parlando la circonvenzione di incapace si verifica quando qualcuno, per procurare a sé o ad altri un profitto, abusa dei bisogni, delle passioni di un minore o abusa dello Stato di infermità o deficienza psichica di una persona anche se non interdetta o inabilitata. E lo fa per indurla a compiere un atto con effetti giuridici per lei dannosi.

Un reato difficile da dimostrare, soprattutto quando c’è un valido testamento come quello redatto dalla bersagliera che, tolta la legittima, ha lasciato il restante patrimonio – oggi stimato solamente nella villa sulla Appia Antica – proprio all’ex factotum.

Ma che cosa significa tutto questo? Che cosa accadrà se Andrea Piazzolla, colui che ha scoperto e fatto dichiarare l’inesistenza del matrimonio tra Gina Lollobrigida e Javier Rigau, verrà condannato per circonvenzione d’incapace? Rigau potrà impugnare il testamento? E rivalersi anche lui su quel che resta del patrimonio? Andiamo con ordine, la questione è intricata, e va affrontata in punto di diritto.

Il presunto matrimonio tra Lollobrigida e l’imprenditore Rigau

Secondo quanto raccontato dall’imprenditore catalano nel 2006 Gina Lollobrigida, 79 anni, e lo stesso Rigau, 45 anni, avevano deciso di sposarsi. E lo avevano fatto dopo aver stipulato un accordo con il quale si impegnavano a non richiedere la registrazione del loro matrimonio religioso nei registri civili, e a mantenere separati i loro patrimoni. Inoltre, avevano concordato di mantenere segreta la loro vita privata, anche in caso di separazione o di successiva dichiarazione di nullità delle nozze. La scrittura privata prevedeva altresì una penale milionaria in caso di violazione dei rispettivi obblighi anche in caso di premorienza di uno degli interessati.

Dopo quella firma, Gina e Javier avevano annunciato le nozze che avrebbero dovuto celebrarsi il 29 novembre di quello stesso anno a New York. Poi, però, a causa dell’eccessiva pressione mediatica, il matrimonio era stato posticipato a Roma il 27 gennaio dell’anno successivo. Ma non sarà mai celebrato. Inspiegabilmente, i due da quel momento si sono allontanati. E lo hanno fatto per sempre.

Forse anche perché a partire dal 2009 nella vita dell’attrice è entrato Andrea Piazzolla che da semplice assistente si è nel tempo trasformato in una presenza costante nella vita dell'attrice. Sarà infatti l’uomo a scoprire che Gina si era sposata a Barcellona, in chiesa e per procura con l’imprenditore catalano. Un matrimonio a cui la donna ha sempre ribadito di non aver mai prestato il consenso. Rigau è stato processato quindi per truffa, ma assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste”. Nel 2019, però, la Sacra Rota ha dichiarato nullo il matrimonio per inesistenza.

Gina e Javier sono mai stati davvero sposati?

La Chiesa non può sciogliere ciò che Dio ha unito. Ma neppure può costringere a rimanere uniti in matrimonio coloro che, a seguito di un’attenta analisi del caso, risultino solo apparentemente sposati. In soldoni, il diritto canonico si occupa di stabilire solamente se il consenso matrimoniale al momento della stipula era valido o meno. Di conseguenza, una volta dichiarata la nullità per inesistenza, questa ha effetto retroattivo. E ciò significa che un matrimonio dichiarato nullo non è mai esistito. Dunque, nonostante le affermazioni più disparate di Javier Rigau, quest’ultimo non sarebbe mai stato sposato con la Lollobrigida. Proprio perché Papa Francesco ha statuito la nullità di quel matrimonio nel gennaio del 2019.

 

Dunque, se Piazzolla venisse condannato, Rigau potrebbe impugnare il testamento per rivalersi sull’eredità?

La risposta è negativa. Anche se intervenisse una sentenza di condanna a carico di Piazzolla per circonvenzione di incapace, non si porrebbe alcuna questione ereditaria perché il matrimonio è nullo anche agli effetti civili. E lo è per diverse ragioni.

In primo luogo, perché, anche nell’ipotesi in cui fosse stato riconosciuto dalla Santa Sede, non essendo stato trascritto nei registri di stato civile, per lo Stato italiano quel matrimonio tra la Bersagliera e Javier Rigau non è mai stato contratto. E questo oltretutto indipendentemente dalla circostanza che i due avessero convenuto di non farlo nella scrittura privata stipulata nel 2006.

In maniera ancora più semplice: le coppie che decidono di sposarsi solo con cerimonia religiosa hanno come unico vincolo che le lega quello spirituale. Di conseguenza non potranno rivendicare nessun diritto civile e sarà esclusa l’applicabilità della legge sia in materia di successione familiare sia quella in tema di successione patrimoniale. Proprio perché se una coppia si unisce solamente seguendo i canoni del diritto canonico rinuncia a tutte le tutele garantite da un matrimonio contratto con effetti civili. Figuriamoci se poi quella stessa unione matrimoniale viene dichiarata nulla dal Papa in persona.

In punto di diritto, per essere precisi, c’è però un altro passaggio dirimente.

Secondo quanto è emerso, Rigau avrebbe fatto trascrivere il matrimonio nei registri spagnoli. In quel caso, per avere valenza nel nostro ordinamento, l’ufficiale di stato estero avrebbe dovuto occuparsi della trascrizione nei registri di stato civile italiani. Così non è stato. Tuttavia, anche nell’ipotesi in cui quel matrimonio fosse stato trascritto nel nostro Paese, a seguito della pronuncia di nullità da parte della Sacra Rota, gli effetti civili sarebbero stati comunque travolti dalla nullità canonica.

Infine, semmai qualcuno avesse ancora dubbi, ad escludere qualsiasi pretesa ereditaria dell’imprenditore spagnolo, c’è la anche la legge della Catalogna. Secondo quanto dichiarato da Rigau, il matrimonio con la Lollobrigida sarebbe stato perfezionato per procura speciale davanti ad un notaio di Barcellona. L’accordo firmato prevedeva, come detto, che la loro unione fosse in regime di separazione dei beni. Ed in merito, la legge catalana stabilisce che – laddove i coniugi non abbiano figli in comune – non esiste alcun diritto patrimoniale né in vita né dopo la morte. Faccenda chiusa anche per l’imprenditore. Speriamo che presto Gina Lollobrigida possa davvero riposare in pace.

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