Dopo il disastro Tor di Valle, Ignazio Marino propone di fare lo stadio della Roma ai Mercati Generali

L'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, propone di realizzare il nuovo stadio della Roma nella zona degli ex Mercati Generali in via Ostiense. Questo perché, a suo dire, si tratta di un'area abbandonata ma già collegata con la metropolitana. A Pietralata, sostiene l'ex primo cittadino, c'è un'area verde stupenda e realizzare un impianto in quella zona sarebbe "un delitto ambientale, finanziario e sociale".
"Io voglio fortemente lo stadio della Roma e infatti lo approvai quando fui sindaco". Marino, oggi eurodeputato eletto come indipendente nelle liste dei Verdi, si riferisce al progetto di Tor di Valle. Più di dieci anni fa l'As Roma, all'epoca di proprietà di James Pallotta, chiese di realizzare il nuovo impianto nell'area di Tor di Valle, a Sud Ovest della Città, dove esiste il vecchio ippodromo abbandonato. I terreni erano di proprietà dell'imprenditore Luca Parnasi, condannato nel 2024 a due anni di reclusione proprio per la vicenda giudiziaria legata al progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle, i cui lavori erano stati affidati alla società Eurnova di Parnasi.
La proposta approvata quando Marino era sindaco prevedeva uno stadio da 60mila posti, la sede dell'As Roma, un centro tecnico per gli allenamenti, il Roma Village con 245 negozi e ristoranti e tre grattacieli destinati ad attività commerciali e ricettive. In cambio, i privati avrebbero realizzato importanti infrastrutture di collegamento per raggiungere lo stadio.
Il progetto venne inizialmente modificato quando Virginia Raggi era sindaca (sostanzialmente furono eliminati i grattacieli) e poi venne affossato dalla giunta a guida 5 Stelle. L'inchiesta giudiziaria sullo stadio, scoppiata nel 2018 e che portò all'arresto di nove persone, mise la parola fine al progetto.
Un punto su cui mette l'accento Ignazio Marino è quello delle opere pubbliche. Secondo l'ex sindaco "l'opera privata deve servire l'interesse pubblico". Nel caso di Tor di Valle, in effetti, i privati avrebbero compensato le cubature concesse con la realizzazione di importanti infrastrutture. Nell'area di Pietralata, è il ragionamento di Marino, i privati non inciderebbero in maniera significativa nel migliorare i collegamenti e le infrastrutture pubbliche nel quadrante.
Spiega Marino: "Perchè non si pensa quindi di realizzarlo dove esistono edifici urbani abbandonati e nel degrado più totale da decenni? Ad esempio tra gli otto ettari dei Mercati Generali a Ostiense? Un'area ben servita da tre linee su ferro: metropolitana, treno per Ostia e tram, ma abbandonata nelle mani di imprenditori privati che NULLA hanno fatto in 20 anni, se non lasciarla al degrado più inverosimile. Perchè invece regalare 500 mila metri cubi di area commerciale e di edifici privati da realizzarsi a Pietralata, quando esistono soluzioni più sostenibili e più coerenti con la necessità di rigenerazione urbana della città?".