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Dario e Andrea: “Noi gay e cattolici, parole della Chiesa sul Ddl Zan gesto disperato e autogol”

Andrea e Dario sono sposati da diversi anni e hanno tre figli. Andrea è anche portavoce di ‘Cammini di Speranza’, associazione nazionale di persone cristiane Lgbt. I due hanno commentato ai microfoni di Fanpage.it la richiesta formale del Vaticano di modificare il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia.
A cura di Simona Berterame
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Andrea e Da

Andrea e Dario si sono sposati nel 2009 in Canada e oggi sono i genitori di tre bambini nati con la gestazione per altri. I due sono entrambi credenti e hanno inserito anche i figli in un percorso parrocchiale di fede, affrontando le paure di reazioni e pregiudizi. Le recenti dichiarazioni della Santa Sede sul ddl Zan non li hanno turbati particolarmente: "Mi ha lasciato abbastanza indifferente, ho trovato il Concordato una mossa disperata e un vero autogol" afferma Dario aggiungendo di aver temuto più per le reazioni politiche e di essersi sentito più tranquillo dopo le parole del premier Draghi sullo stato laico.

La telefonata di Papa Francesco

La coppia è ormai conosciuta per un episodio raccontato nel docufilm ‘Francesco’ del regista russo Evgeny Afineevsky. Nel 2015 Andrea ha scritto una lettera a Papa Francesco, raccontando a Bergoglio tutte le sue paure e i suoi dubbi rispetto all’educazione cattolica da voler dare ai ragazzi. Entrambi infatti sono cattolici ma avevano paura delle reazioni e dei pregiudizi nei confronti dei loro tre figli. Tempo dopo il Santo Padre ha chiamato Andrea, spronandolo a recarsi dal parroco per far intraprendere ai sui bambini un percorso di fede. "Ci disse di presentarci in parrocchia in modo totalmente trasparente – racconta Andrea – e ci ha rassicurato aggiungendo che avremmo trovato accoglienza e così è stato".

E proprio grazie a questa loro esperienza personale possono dire di non sentirsi discriminati nel mondo parrocchiale in quanto famiglia arcobaleno. "Tante persone abbandonano le fede identificandola con la Chiesa cattolica di Roma, in realtà quella è un’istituzione la chiesa è un’altra cosa quindi il pronunciamento di qualche ecclesiastico di qualche cardinale, non può essere un impedimento ad avere una propria vita di fede" spiega Dario. I due raccontano di una chiesa "diversa", pronta ad accogliere ma anche a confrontarsi, mentre la chiesa istituzionale come sempre resta un po' indietro ma la loro speranza è che prima o poi entrerà a far parte di questo cambiamento.

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