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Corteo degli studenti a Roma: “Politica ci ascolti, nostra voce sempre zittita con violenza”

“La scuola pubblica non si tocca. La difenderemo con la lotta”. E ancora: “se non cambierà lotta dura sarà”, gli slogan del corteo di oggi a Roma.
A cura di Enrico Tata
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Sono più di millecinquecento gli studenti scesi in piazza oggi per protestare per scuole e università "accessibili e gratuite". "La scuola pubblica non si tocca. La difenderemo con la lotta". E ancora: "se non cambierà lotta dura sarà", gli slogan del corteo. Ad aprire la manifestazione uno striscione rosso della Rete degli Studenti Medi con la scritta "quale merito". Ci sono tanti ragazzi dei licei romani, dal Visconti al Plinio, dal Cavour al Socrate, dal Machiavelli all'Augusto. Hanno aderito le sigle Link, Osa e collettivi autonomi.

Le ragioni della protesta degli studenti

"Siamo partiti in corteo in tutta Italia perché maggiori investimenti sul diritto allo studio e un cambiamento strutturale del sistema di istruzione pubblica. In oltre 40 città stiamo manifestando per Scuole e Università accessibili e gratuite. Nel contesto attuale di guerra e crisi economica l'aggravamento delle condizioni materiali sta determinando abbandono scolastico e universitario e precarietà giovanile. Abbiamo bisogno che la politica ci ascolti, il governo attuale non ci rappresenta, perché è un governo che difende potenti e privilegi, reprime dissenso, libertà e diritti civili. Gli spazi democratici stanno venendo tagliati, la nostra voce viene continuamente zittita con la violenza, non lasciandoci nessuno spazio di decisionalità. Vogliamo poter decidere sulle nostre vite, sui nostri percorsi lavorativi, scolastici e universitari!", spiegano gli studenti.

La contestazione alla ‘meritocrazia'

Soprattutto i ragazzi scesi in piazza hanno contestato il termine ‘meritocrazia' e la nuova denominazione del ministero dell'Istruzione, che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha voluto chiamare "Ministero dell'Istruzione e del merito". "Un voto a scuola non può definirmi come persona", racconta una studentessa a Fanpage.it.

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