Condannati BabyDroga, Prince e Trancio, i pusher ragazzini che vendevano psicofarmaci ai minorenni

Quattro ragazzi appena maggiorenni sono stati condannati dal giudice per le indagini preliminari perché accusati di spaccio di psicofarmaci ad altri ragazzini, soprattutto minorenni. Un giro reso possibile grazie allo smercio di ricette false, con cui acquistavano i farmaci, da mischiare tra loro per creare effetti simili – e in alcuni casi più potenti e pericolosi – a quelli di alcune sostanze stupefacenti. Un giovane è stato rinviato a giudizio, un ragazzo ha patteggiato una condanna a sei mesi, mentre a tre è stata data la messa alla prova per dieci mesi ai lavori socialmente utili. Altri sono stati assolti: sono riusciti a dimostrare che compravano gli psicofarmaci per uso personale, perché dipendenti da essi.
Trancio, Prince, Babydroga. Questi alcuni nomi che i ragazzini si erano dati sui social. Per comprare gli psicofarmaci avevano invece inventato degli alter ego, diventando gli inesistenti dottori Giovanni Gori e Mario Mosca. Con queste firme false compravano gli psicofarmaci, che poi rivendevano a ragazzini, anche minorenni, che mischiavano per avere effetti anche più potenti degli stupefacenti. I costi delle pasticche andavano dai dieci euro in su. Alcune di queste erano inviate sotto falso nome tramite corriere anche all'estero, soprattutto in Olanda. Ossicodone, benzodiazepine, metadone, diluiti in acqua o altre bevande, mescolati con morfina e codeina: riuscivano ad acquistare di tutto con le ricette false. Agli investigatori che hanno indagato sul caso, una donna ha raccontato di aver trovato la figlia in forte stato confusionale, tanto da averla dovuta ricoverare presso il reparto psichiatrico di un ospedale romano. Nel sangue le avevano trovato Xanax, Rivotril, Valium e cannabinoidi.
I nomi dei dottori scritti sulle ricette o erano falsi o presi a caso dall'elenco telefonico. Alcune erano state rubate a casa, a genitori che lavorano in ambito sanitario. E così, grazie all'aiuto di maggiorenni, andavano ad acquistare gli psicofarmaci in farmacia. Dalle indagini sono emersi nuovi metodi di comunicazione per l'acquisto e l'identificazione della droga. Il depalgos, ad esempio, veniva chiamato ‘perk', e c'è voluto un po' di tempo agli agenti per decifrare questo nuovo slang. Con questi farmaci creavano dei mix per creare l'effetto New Joint, di cui molti trapper parlano sui social network.