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Colonnello dell’esercito arrestato per pedofilia, le vittime: “Se non lo chiamavamo si arrabbiava”

Dovevano chiamarlo tutti i giorni, altrimenti si arrabbiava. Tre dei ragazzini che sarebbero stati abusati dal colonnello dell’esercito hanno confermato le loro accuse, raccontando ciò che l’uomo faceva loro e la paura di confessare tutto ai propri genitori. Il 55enne è stato arrestato in flagranza di reato e ora si trova in carcere.
A cura di Natascia Grbic
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Lo dovevano chiamare tutti i giorni, altrimenti si sarebbe arrabbiato. E se non fossero rimasti in silenzio avrebbe fatto qualcosa ai loro genitori sfruttando la sua posizione di colonnello dell'Esercito. Questo quanto riferito dai tre minori che sarebbero stati molestati sessualmente dal militare. "Non avendo figli ti dà molto attenzioni. Se non lo chiamo tutti i giorni si dispiace, si arrabbia. Mi vergogno a dire il resto. Non volevo", le parole riportate oggi da Il Messaggero. Ragazzini molto giovani, tra i dodici e i quattordici anni, che in più di un'occasione sarebbero rimasti da soli con il 55enne, che data la carica ricoperta era riuscito ad attrarre la fiducia dei genitori, che erano sicuri di poter affidare a lui i propri figli quando non c'erano. E così era lui a portarli in palestra, a riprenderli da scuola e ad ospitarli quando la madre e il padre erano impegnati. Ma è proprio dal sospetto di un genitore, che ha notato un comportamento strano nel figlio, che sono partite le indagini della Squadra Mobile di Roma e che hanno portato all'arresto dell'uomo. E sul cellulare del ragazzino, c'erano messaggi che non avrebbero dovuto esserci. "Dì pure che siamo andati a vedere pure la moto in garage", scriveva alla sua vittima per consigliarla di giustificare in questo modo il ritardo nel tornare a casa.

Arrestato colonnello: era già stato indagato per pedofilia

Il colonnello dell'esercito era già finito al centro di un'indagine agli inizi degli anni Duemila. Nell'inchiesta ‘Fiori nel fango 2' era sospettato di portare nel suo garage dei ragazzini rom vittime di tratta per abusarne sessualmente. Ma le accuse sono poi finite con un nulla di fatto e l'indagato ritenuto innocente era tornato alla sua vita. Fino a queste nuove indagini, scattate nel 2019. I poliziotti hanno usato intercettazioni, microspie e pedinamenti per fare luce sul rapporto che aveva con i ragazzini. Fino a che una sera non viene fermato in macchina con un ragazzino che avrebbe dovuto ospitare a casa in vista di una trasferta sportiva. Gli agenti gli dicono di non portarlo a casa e lo fanno ripartire: la telecamera registra però dei contatti che non avrebbero dovuto esserci. Stessa cosa in albergo, con l'arresto avvenuto praticamente in flagranza di reato. Il 55enne si trova ora in carcere.

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