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Colleferro, macchinista muore per esposizioni amianto: l’Inail dovrà risarcire la famiglia

Il Tribunale di Velletri ha condannato l’Inail a risarcire la vedova del macchinista con 80mila euro e a corrisponderle una rendita mensile a vita.
A cura di Beatrice Tominic
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È morto ad appena 60 anni quattro anni fa, nel 2018, a causa di un tumore maligno nei polmoni. Maurizio Di Meo è morto per un mesotelioma pleurico causato dall'esposizione all'amianto: per una vita intera aveva svolto la professione di macchinista delle ferrovie dello Stato di Colleferro. La malattia che lo ha stroncato è stata causata dall'esposizione con l'amianto, con cui era coibentato il reostato che collegava i 13 motori del locomotore.

L'Inail aveva respinto la domanda di Maria Manciocco, la vedova di Di Meo, nonostante il mesotelioma sia una malattia inserita nelle apposite tabelle. Oggi, invece, il Tribunale di Velletri ha condannato l'Inail a risarcire la donna con circa 80 mila euro di arretrati e una rendita a vita di circa 1600 euro mensili.

La sentenza del Tribunale di Velletri

Dopo essersi vista rifiutare la domanda, la donna si era rivolta all'Osservatorio Nazionale Amianto e al suo presidente, l'avvocato Ezio Bonanni. I giudici del Tribunale di Velletri, oggi, hanno condannato l'Inail. Secondo loro, la presenza della malattia nelle tabelle può essere considerata la cristallizzazione di giudizi scientifici specifici sull'esistenza del nesso di causalità: da qui è stata emessa la sentenza.

La reazione dell'Osservatorio Nazionale Amianto

Al termine dell'appuntamento in aula, il presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, l'avvocato Ezio Bonanni, ha dichiarato: "Un'altra vittoria nella lotta all'amianto. Mi dispiace soltanto che ancora, per questioni ormai assodate, si debba adire il Tribunale con lungaggini che potrebbero essere assolutamente evitate – ha poi rivelato – Si tratta di una sofferenza ulteriore per le famiglie delle vittime che già hanno perso un familiare a causa di una malattia contratta sul posto di lavoro".

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