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Camilla Marianera, gli incontri con le talpe ripresi dalle telecamere del Tribunale

L’inchiesta sulla fuga di notizie dalla Procura di Roma sulle indagini a criminali importanti si allarga anche nelle cancellerie e negli uffici dove l’aspirante avvocata aveva contatti: svelata una rete di informatori che rivelava particolari sulle inchieste sui Casamonica e sui narcos che riforniscono di droga gli ultrà.
A cura di Emilio Orlando
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Gli occhi "elettronici" della Città Giudiziaria di piazzale Clodio erano puntati tutti su di lei. Quattrocento telecamere hanno ripreso tutti i suoi movimenti. Anche quelli dove si incontrava con le "gole profonde" che gli rivelavano le informazioni riservate sulle indagini che poi rivendeva dai 300 ai 700 euro agli indagati.

Sono decine i frame che la immortalano mentre parla e si incontra con funzionari ed impiegati (almeno una ventina, quattordici dei quali già formalmente indagati e due trasferiti ad altri uffici). I suoi incontri non avvenivano però soltanto nei corridoi del Tribunale e della Procura, ma anche all'esterno, come documentato dai pedinamenti degli investigatori e che ora sono al vaglio dei pubblici ministeri Paolo Ielo, Francesco Cascini e Giulia Giuccione. Indizi che vanno ad aggiungersi a quelli emersi dalle intercettazioni telefoniche e dai pedinamenti dei carabinieri del nucleo investigativo di via In Selci.

Il pool di magistrati che indaga sulla praticante avvocata Camilla Marianera, finita in carcere a metà febbraio insieme al fidanzato Jacopo De Vivo, è convinto che dietro la professionista, che era stata assunta a dicembre come segretaria dello staff dell'Assessore alle Pari Opportunità Monica Lucarelli con delega anche alla sicurezza, si apra un mondo di connivenze con la malavita organizzata romana dei Casamonica unita, da un filo conduttore, a quella del mondo degli ultrà e di alcuni esponenti dell'estrema destra che gravitano intorno al mondo degli stupefacenti.

Tra i principali "clienti" del duo Marianera – De Vivo, c'era infatti Luca Giampà, un narcotrafficante dell'Eur, sposato con Mafalda Casamonica e attivo nel business degli stupefacenti. Il core business di Jacopo De Vivo, figlio di Giuseppe, detto "Peppone", ex ultrà giallorosso deceduto qualche anno fa, era infatti proprio quello delle scommesse sportive, che gestiva attraverso alcuni "corner" del marchio "Planet Win 365" intestati a suoi prestanome. Ieri il giudice per le indagini preliminari Gaspare Sturzo, con la magistratura inquirente che coordina l'inchiesta, aveva disposto un altro interrogatorio della Marianera (ancora detenuta nel carcere romano di Rebibbia) per approfondire alcuni aspetti della vicenda giudiziaria, ma la professionista si è avvalsa ancora una volta della facoltà di non rispondere. Sotto la lente d'ingrandimento della Procura che indaga sulla "spy story", anche alcuni atti amministrativi che designavano la Marianera, come delegata dell'Assessore Lucarelli, a partecipare ai tavoli in Prefettura su questioni riguardanti l'ordine a la sicurezza pubblica, come la pianificazione degli sgombri dei palazzi occupati.

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