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Blitz alla sede di Pro Vita dopo i manifesti antiabortisti: “Sul nostro corpo decidiamo noi”

L’azione delle studentesse delle scuole di Roma in risposta ai manifesti antiabortisti comparsi nelle strade della capitale.
A cura di Natascia Grbic
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"Il corpo è mio e decido io". Questo lo striscione aperto davanti la sede di Pro Vita e Famiglia su viale Manzoni dalle studentesse delle scuole di Roma in seguito al manifesto antiabortista apparso sulle strade della capitale. Le attiviste hanno ‘sanzionato' l'edificio coprendolo di scritte come ‘aborto libero' e ‘fanculo Stato e patriarcato'. "Da qualche giorno le strade della nostra città sono immerse da manifesti squallidi e dalla vena terroristica che provano a convincerci che ciò per cui abbiamo lottato e i nostri diritti siano illeciti – scrivono le studentesse in un comunicato – Siamo stanchə dei giudizi patriarcali e cattolici che governano la nostra società. Siamo stanchə che il nostro diritto all’aborto venga obiettato continuamente e che quindi non venga assicurato. Rifiutiamo l’influenza che la chiesa cattolica, così come lo Stato, ha sui nostri corpi, perennemente mercificati, giudicati, stigmatizzati e violentati. Il transfemminismo e la pluralità che cerchiamo di portare quotidianamente all’interno delle nostre scuole non è circoscritta ma arriverà ovunque ce ne sarà bisogno".

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Il Comune di Roma ordina la rimozione dei manifesti antiabortisti

I manifesti contro l'aborto sono comparsi provocatoriamente a pochi giorni dall'8 marzo. "Potere alle donne? Facciamole nascere", la frase sui cartelloni pubblicitari del Comune di Roma. L'ennesimo insulto alle donne che scelgono di abortire, che ha destato un grande clamore sia tra la cittadinanza sia nel mondo della politica. Il Campidoglio ha ordinato la rimozione immediata del manifesto, giudicato in contrasto con il regolamento comunale che vieta affissioni su stereotipi e disparità di genere, messaggi sessisti e violenti o mercificazione del corpo femminile. L'associazione ultra cattolica si è detta dal canto suo pronta "a denunciare il Comune di Roma in sede penale per il reato di asportazione, distruzione o deterioramento di stampati se proveranno a rimuovere i nostri manifesti affissi in città, come ha annunciato di voler fare l’Assessore alle Attività Produttive e Pari Opportunità Monica Lucarelli".

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