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Bimbo di 4 anni morto nell’ascensore della metro a Roma, chiesti 2 anni e 4 mesi per il tecnico Atac

Secondo l’accusa l’uomo non era autorizzato a effettuare quell’intervento, e a causa della sua azione ‘improvvida e intempestiva’ il piccolo sarebbe morto. Il bambino era rimasto bloccato nell’ascensore della metro Furio Camillo insieme alla madre: quando il tecnico aprì le porte, precipitò nello spazio di 40cm che si era creato tra l’ascensore e la porta. Marco morì a quattro anni dopo un volo di venti metri.
A cura di Natascia Grbic
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La Procura di Roma ha chiesto una condanna a due anni e quattro mesi di reclusione per F. M., il tecnico Atac che nel luglio 2015 aveva provato ad aiutare una mamma e il suo bimbo di quattro anni rimasti chiusi nell'ascensore della stazione metro di Furio Camillo a Roma. F. M. è accusato di omicidio colposo: secondo l'accusa non avrebbe dovuto effettuare quella manovra di salvataggio, che sarebbe invece spettata a tecnici più qualificati. Diverso il parere della difesa, che chiede invece l'assoluzione per l'uomo, che sostiene di avere l'autorizzazione per quel tipo di intervento in situazioni di emergenza. "Ho sempre avvertito la signora con il microfono, che era provata dalla situazione, del mio intervento e quando sono arrivato le ho detto di stare lontana dalla porta. E poi tutti i miei colleghi sapevano della mia operazione e nessuno mi ha fermato, segno che potevo fare ciò che ho fatto", ha dichiarato l'imputato, molto provato dalla vicenda. Le parti civili, che hanno definito l'intervento ‘improvviso e intempestivo', hanno chiesto anche un risarcimento del danno, che dovrà essere quantificato dal giudice. La vicenda è riportata da Il Messaggero. La difesa ha chiesto l'estromissione dal processo di Atac, accusata di non aver formato i lavoratori per questo tipo di situazioni.

La morte del piccolo Marco alla stazione di Furio Camillo

Era il luglio del 2015 quando il piccolo Marco, di appena quattro anni, è morto dopo un volo di oltre venti metri nella tromba dell'ascensore della stazione metro di Furio Camillo, a Roma. Una vera e propria tragedia avvenuta davanti gli occhi della madre. "Ho preso il primo ascensore, quello che sta per strada, per scendere giù al livello dei tornelli – il racconto della donna, all'epoca dei fatti – Avevo il bambino e il passeggino con me e non ho voluto prendere le scale mobili. Poi ho timbrato il biglietto e sono salita sul secondo, quello che sta dietro al gabbiotto all'ingresso della stazione, giù. Le porte si sono chiuse, l'ascensore si è mosso appena verso il basso. Poco, però". Mamma e figlio rimangono bloccati nell'ascensore e chiedono aiuto al personale Atac presente nel gabbiotto. F. M. apre il pannello laterale dell'ascensore: tra lui e la mamma col bambino ci sono 40cm di vuoto. Il piccolo cade lì in mezzo e precipita per oltre venti metri. Per lui non c'è stato nulla da fare, è morto sul colpo.

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