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Arrivano i consiglieri M5S ‘responsabili’: “Dialogo anche con il PD per il bene e il futuro di Roma”

Cinque consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Angelo Sturni, Enrico Stefàno, Donatella Iorio, Marco Terranova e Alessandra Agnello, hanno fondato ‘Il Piano di Roma’, un gruppo di discussione, confronto e riflessioni sul futuro del Movimento a Roma in vista delle prossime elezioni amministrative. “Noi abbiamo detto si all’apertura di un dialogo con il mondo progressista, dialogo che va costruito sui temi. È l’inizio di un percorso. Secondo noi bisogna trovata una persona che incarni la sintesi di queste posizioni”.
A cura di Enrico Tata
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Cinque consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Angelo Sturni, Enrico Stefàno, Donatella Iorio, Marco Terranova e Alessandra Agnello, hanno fondato ‘Il Piano di Roma', un gruppo di discussione, confronto e riflessioni sul futuro del Movimento a Roma in vista delle prossime elezioni amministrative. Non hanno chiuso un'alleanza, basata sul programma e sui temi, con il Partito Democratico e hanno criticato il metodo con cui la sindaca Viginia Raggi ha annunciato la ricandidatura alle prossime elezioni amministrative.

Una pattuglia di consiglieri pentastellati che non ha nessuna intenzione di uscire dalle fila del Movimento, ma che hanno scelto di non rinunciare a dire la propria quando il dibattito interno sembra sempre più polarizzata tra "pro" e "contro" Raggi, soprattutto dopol'ultimo rimpasto di giunta con il licenziamento dell'assessore al commercio Cafarotti, ma soprattutto del vicesindaco e assessore alla Cultura Luca Bergamo, che sulla ricandidatura della sindaca aveva espresso dubbi simili a quelli dei consiglieri che sono stati ospiti per un'intervista collettiva negli studi del Movimento 5 Stelle.

I diretti interessati insisto sulla necessità di discutere di programmi e contenuti, poi di nomi e alleanze, rivendicando in pieno questi cinque anni di governo. "Il piano di Roma nasce fondamentalmente per parlare di temi. – sottolinea Marco Terranova Per amministrare una città come Roma bisogna occuparsi della contingenza, ma bisogna anche parlare delle prospettive e di una una visione di città, cioè come sarà la città fra dieci o venti anni. Il piano di Roma si è prefisso questo scopo". Non si nascondo poi la necessità di tornare un po' alle origini, ai gazebo, a quel rapporto con la base e il territorio che sembra essersi a volte perso: "Tutto ciò su cui è fondato il Movimento è ancora molto vivo, ma è chiaro che quando si amministra ci si distoglie a volte da quelli che sono i nostri valori portanti. Bisogna che essi siano riportati al primo posto della nostra iniziativa: la partecipazione, la condivisione, l'uno vale uno, cioè la possibilità di ognuno di dire la propria", aggiunge Terranova.

Ma proprio per questo, per tutelare l'anomalia che ancora rappresenterebbe il Movimento "le scelte calate dall'alto", vanno evitate senza evitare il dibattito. "Noi abbiamo cercato di focalizzarci su tre punti: qual è il posizionamento del Movimento? Il secondo punto riguarda il programma, i contenuti, i temi, la visione del Movimento. Rivendicando il lavoro fatto, ma cercando anche di evolverlo, di confrontarlo con quello che oggi è la città di Roma. E soltanto alla fine il tema del candidato sindaco. – spiega Angelo Sturni E dal nostro punto di vista il metodo del 2016 è un metodo che funziona, cioè quello che consente a tutti gli attivisti di presentarsi".

Un metodo che per Donatello Iorio, un'altra delle consigliere coinvolte, non deve escludere la necessità di un dialogo con il Partito Democratico e l'individuazione di un sindaco terzo di alto livello istituzionale "al di sopra delle parti" per "una consiliatura che sia costituente". Un'idea ribadita da Enrico Stefàno, per il M5S romano non è il momento di chiudersi ma al contrario di aprirsi: "Vogliamo aprire a un dialogo costruttivo sul futuro della città con tutte le forze politiche sociali ed economiche che vogliano dare un contributo. Ovviamente c'è anche il Pd, ma questo non significa fare un'alleanza a scatola chiusa, ma confrontarci su un'idea di città per il futuro. L'identikit del candidato al momento si può solo accennare: qualcuno che sia capace di unire, di coinvolgere, di stimolare, di attrarre intelligenze e capacità".

E sull'ultimo strappo, quello tra la sindaca e il vice Bergamo, Stefàno sottolinea: "Anche leggendo il comunicato del Campidoglio, non mi sembra ci siano stati motivi legati ai risultati. La sindaca ha fatto delle altre considerazioni, di natura esclusivamente politica, e dal momento che è lei che sceglie gli assessori se ne assumerà le conseguenze. Posso dire solo questo perché non li scegliamo noi gli assessori, però la sindaca ha fatto questa scelta, per molti discutibile e lei ne trarrà le conseguenze".

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