Armando Tortolani ucciso per uno sguardo di troppo: il killer rischia l’ergastolo

Lo ha ucciso perché il giorno prima aveva incontrato il fratello, e riteneva gli avesse rivolto "sguardi di scherno e di sfida". Si aggrava la posizione di Luca D'Agostino, l'uomo accusato di aver ucciso il 42enne Armando Tortolani il 19 maggio scorso a Villa Latina, in provincia di Frosinone. Il giudice per le udienze preliminari di Cassino ha infatti respinto la richiesta della difesa di procedere con il rito abbreviato, e ha disposto che si contestasse all'imputato anche la circostanza aggravante dei motivi abietti e futili. Proprio questa circostanza ha impedito che si potesse ricorrere all'abbreviato, e quindi beneficiare dello sconto di un terzo della pena. Per l'omicidio aggravato, infatti, è prevista la pena dell'ergastolo. A chiedere l'aggravante dei futili motivi erano stati i familiari della vittima e il Comune di Villa Latina, che si sono costituiti parte civile.

Il 41enne Armando Tortolani è stato ucciso il 19 maggio scorso nella sua abitazione di via Pacitti a Villa Latina, nella valle di Comino, in provincia di Frosinone. Secondo quanto emerso dalla indagini dei carabinieri, Luca D'Agostino si è presentato a casa dell'uomo con un coltello, colpendolo a morte diverse volte prima di darsi alla fuga. Tutto questo solo perché Tortolani avrebbe rivolto uno sguardo ‘di troppo' al fratello di D'Agostino, dopo averlo incontrato per strada con la compagna. Un omicidio, questo, che per la sua efferatezza aveva sconvolto la piccola comunità dove viveva l'uomo. Tortolani era stato subito soccorso dopo l'accoltellamento, ma morto poco dopo il suo arrivo all'ospedale Santissima Trinità di Sora.

Il Comune di Villa Latina ha deciso di costituirsi parte civile al processo. "Questa scelta – ha dichiarato l'amministrazione comunale – rappresenta un segnale forte e chiaro dell’impegno del Comune nella difesa dei valori della giustizia, della legalità e della lotta contro ogni forma di violenza. Un evento così drammatico non può e non deve essere dimenticato, ma trasformato in un’occasione per rafforzare il senso civico e la coscienza collettiva, coinvolgendo attivamente le realtà civili e religiose del territorio. Questa è una scelta che non ha colore politico, ma un solo obiettivo: sostenere la richiesta di giustizia e far sentire la vicinanza concreta delle istituzioni alla famiglia della vittima, a chi resta, a chi oggi vive un dolore che non si può descrivere. Ciò che è accaduto ci tocca tutti, come persone e come cittadini. Costituirsi parte civile significa affermare che la nostra comunità rifiuta con forza ogni forma di violenza e non vuole che fatti simili possano ripetersi, mai più. In questo scenario così doloroso, non possiamo però dimenticare che ci sono anche due bambini. Sono piccoli, e nulla hanno a che vedere con quanto accaduto. Meritano silenzio, rispetto e protezione. A loro, in punta di piedi, va un pensiero discreto ma sincero. In questo momento difficile, l’Amministrazione invita tutti i cittadini a rimanere uniti, a dimostrare rispetto e solidarietà verso tutte le famiglie coinvolte, evitando ogni forma di divisione o giudizio sommario".