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Alessia Piperno arrestata e liberata in Iran

Alessia Piperno arrestata in Iran, l’amica: “Escludo che abbia partecipato alle rivolte”

Fanpage.it ha intervistato Jessica, un’amica di Alessia Piperno arrestata in Iran, che ha spiegato come non sia una ragazza che si metterebbe in pericolo.
A cura di Redazione Roma
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Alessia Piperno e l'amica Jessica
Alessia Piperno e l'amica Jessica
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"Alessia Piperno non è un'attivista o una facinorosa rivoluzionaria, escludo che sia stata portata via durante la manifestazione o che si sia messa da sola in una situazione di pericolo" sono le parole di un'amica della trentenne romana arrestata a Teheran, in Iran. Fanpage.it ha intervistato Jessica, le due si sono conosciute il 20 agosto scorso, prima del nascere delle delle proteste contro il regime degli ayatollah dopo la morte di Mahsa Amini.

"L'ultima volta in cui ci siamo sentite – racconta – erano i primi di settembre, io sono tornata in Italia, mi aveva detto che stava bene e che si trovava sul Mar Caspio. Alessia quando è arrivata in Iran veniva dal Pakistan, dov'era stata molto tempo e dove voleva ritornare. Poi da quanto sappiamo ha avuto problemi con il visto e con gli spostamenti, perché non c'erano autobus". Jessica non è d'accordo con le ipotesi diffuse, che vedrebbero l'amica aver preso parte alle rivolte in Iran: "Secondo me dev'esserle successo qualcosa mentre aspettava di prendere il bus, che si sia trovata in una situazione al momento non nota, in cui l'hanno arrestata".

"Con Alessia la voglia di abbattere i pregiudizi"

Jessica e Alessia si sono conosciute mentre erano in giro per il mondo, entrambe solitarie l'una per un viaggio che aveva deciso d'intraprendere da sola, l'altra per scelta di vita, da sette anni viaggiare di Paese in Paese, dall'Australia all'Islanda, dall'India al Pakistan e poi in Iran. "Arrivata nello stesso ostello dov'ero io, le hanno detto che c'era un'altra italiana che viaggiava da sola, è venuta a cercarmi e da lì non ci siamo più lasciate – racconta il loro incontro – Abbiamo cenato insieme e abbiamo parlato tutto il tempo, scambiandoci informazioni utili da sapere in un Paese islamico, entrambe con la voglia di abbattere una serie di pregiudizi su posti come l'Iran, giudicati ingiustamente ‘pericolosi' e dove si dice che non è il caso di viaggiare".

"Alessia non si sarebbe mai messa in pericolo"

Jessica ha spiegato che Alessia "non si sarebbe mai messa in una situazione di pericolo, era una viaggiatrice attenta ed esperta, che si è confrontata con culture diverse. Durante il nostro incontro abbiamo parlato anche delle possibili situazioni di pericolo. L'Iran così come altri Paesi sono luoghi dove le persone sono affabili e accoglienti, ma se fai qualcosa che ti rende te poco accogliente, ciò può diventare un pericolo. Per esempio ci sono Paesi in cui non puoi girare in mingonna, c'è una legge che lo dice ed è anche una questione di rispetto verso la loro cultura – continua – Se vai in certi posti devi sapere che ci sono delle cose che non si possono fare e che se le fai ti stai mettendo in pericolo. Di questo Alessia era consapevole, sono certa che non abbia preso parte alle manifestazioni, perché sapeva che sarebbe stato rischioso".

Intervista di Simona Berterame, articolo di Alessia Rabbai

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