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Alessia Piperno arrestata e liberata in Iran

“Alessia Piperno è una viaggiatrice, non una rivoluzionaria”: il racconto dello scrittore Gianluca Gotto

L’intervista di Fanpage.it a Gianluca Gotto, fondatore del blog Mangia Vivi Viaggia, scrittore e amico di Alessia Piperno, la 30enne romana arrestata in Iran: “Ha un amore viscerale per il mondo, le culture e le persone. La sua storia è stata di ispirazione per molte ragazze che volevano viaggiare da sole ma non credevano di esserne in grado”.
A cura di Ida Artiaco
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Gianluca Gozzo con, a sinistra, Alessia Piperno.
Gianluca Gotto con, a sinistra, Alessia Piperno.
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"Alessia è diventata una nomade digitale, è una viaggiatrice esperta e intraprendente. Ha un amore viscerale per il mondo, le culture e le persone. Per questo era in Iran, e per nessun altro motivo. Non è politicizzata, né una rivoluzionaria. Le critiche ora non servono a niente".

A parlare è Gianluca Gotto, nomade digitale, scrittore e fondatore del blog Mangia Vivi Viaggia, che a Fanpage.it ha raccontato chi è per lui Alessia Piperno, la 30enne romana arrestata nei giorni scorsi in Iran e al momento detenuta nel carcere di Evin a Teheran.

Stando a quanto ha raccontato il papà in un post su Facebook, Alessia sarebbe stata fermata il giorno del suo compleanno, il 28 settembre, mentre nel Paese, dove si trovava da due mesi, infiammavano le proteste per la morte di Mahsa Amini.

Da allora, numerosi appelli sono arrivati da amici e conoscenti per la sua liberazione. Tra cui quello di Gianluca.

Gianluca, come ha conosciuto Alessia?

"Ci siamo conosciuti quattro o cinque anni fa. Avevo letto un suo post in un gruppo su Facebook e ci eravamo subito trovati in sintonia, come spesso accade tra viaggiatori. All'epoca, dopo un'esperienza di lavoro in Australia, era in partenza per l'Islanda, dove ha poi lavorato per sei mesi come cameriera.

L'avevo intervistata sul mio blog e la sua storia era stata di ispirazione per molte ragazze che volevano viaggiare da sole ma non credevano di esserne in grado.

Nel tempo anche Alessia è diventata una nomade digitale, ovvero ha iniziato a lavorare esclusivamente online (come organizzatrice di itinerari, assistente virtuale e copywriter).

Con questa libertà ha iniziato a viaggiare sempre di più e sempre più a lungo. L'anno scorso io e la mia compagna Claudia l'abbiamo incontrata per caso a Marrakech e da allora è diventata una delle nostre più care amiche".

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Quando l'ha sentita o vista l'ultima volta?

"Ci siamo sentiti l'ultima volta due o tre settimane fa, mi ha scritto che non vedeva l'ora di conoscere nostra figlia, nata da poco".

Alessia aveva un profilo Instagram molto seguito e un blog in cui si definiva una “viaggiatrice solitaria”. Come la definirebbe lei?

"Una viaggiatrice esperta e intraprendente, che a soli 30 anni aveva già visitato mezzo mondo e vissuto in decine di paesi dall'Asia al centro-America.

Coraggiosa sicuramente, ma non per questo sconsiderata. Molti non hanno capito o non sanno che lei lavorava in remoto e aveva quindi degli impegni e delle responsabilità.

Non era in vacanza, viaggiare è il suo stile di vita e posso assicurare per esperienza diretta che chiunque viva in questo modo è molto responsabile.

Non poteva permettersi di cacciarsi nei guai. E poi c'è da considerare che partiva sempre in solitaria, quindi era già di suo molto attenta. Anche se poi in giro per il mondo faceva amicizia con un sacco di persone.

È impossibile non andare d'accordo con Alessia, non solo perché ha un senso dell'umorismo spiccato e con lei si può parlare di qualunque cosa, ma perché è una ragazza gentile e interessante. È esattamente il genere di persona che vorresti incontrare in viaggio".

Cosa ci faceva in Iran, che lei sappia?

"Alessia ama viaggiare. Ha un amore viscerale per il mondo, le culture e le persone. Per questo era in Iran, e per nessun altro motivo.

Non è politicizzata, né una rivoluzionaria. E comunque le manifestazioni sono iniziate due mesi dopo che era entrata nel paese.

Vorrei anche specificare una cosa che a quanto pare non è molto chiara in Italia: l'Iran, fino a qualche settimana fa, era un paese pieno di viaggiatori.

Per dare un'idea di ciò di cui stiamo parlando, nel 2019 ci sono stati 9.1 milioni di turisti. Non era un luogo particolarmente pericoloso, con le dovute precauzioni.

Oltretutto è un paese stupendo, con grandi ricchezze artistiche e culturali e un popolo incredibilmente accogliente. Era, ed è, un paese aperto anche alle donne che viaggiano da sole, per quanto siano limitate dalle leggi del regime.

Tuttavia conosco personalmente almeno cinque ragazze italiane che hanno viaggiato in Iran in solitaria. Alessia è una di queste.

La sua sfortuna è stata che, proprio mentre si trovava lì in attesa di ottenere il visto per tornare in Pakistan, sono scoppiate le proteste violente per la morte di Mahsa Amini".

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Nelle ultime ore non sono mancati gli attacchi sui social. "Che c’è andata a fare in Iran?”. “Te la sei cercata”. “Adesso ci tocca pagare per liberarla”, sono solo alcune dei messaggi che si possono leggere in rete. Cosa rispondi a questi utenti?

"Quello che non capisco è a cosa serva fare i processi ad Alessia ora, senza sapere nulla di certo sulla sua situazione e senza che lei possa nemmeno replicare.

È un comportamento inutile e meschino. Le critiche ora non servono a niente. Questo è il momento in cui bisognerebbe fare di tutto per tirare fuori dal carcere una nostra connazionale che si è trovata in una situazione più grande di lei e certamente non merita di stare in galera.

Questo è ciò a cui ambisce un popolo serio e unito, che crede nella libertà. Sono i regimi ad abbandonare i propri cittadini, non uno stato libero e civile come il nostro. E infatti io ho grande fiducia nella Farnesina e nell'ambasciata italiana di Teheran, che stanno lavorando intensamente sulla situazione.

Provo solo tristezza per chi invece ne fa una questione economica. Non solo perché queste persone non conoscono nemmeno la differenza tra essere rapiti ed essere incarcerati (non c'è un riscatto da pagare per una incarcerazione), ma perché di fronte a una simile tragedia pensano immediatamente e solo al denaro.

Questo dice molto sulla loro umanità, e su quanto sia andata perduta, forse definitivamente.

Oltretutto molti sembrano dimenticare che nella vita prima o poi toccherà anche a loro chiedere aiuto. Nessuno è perfetto e infallibile.

Spero allora che quando arriverà il momento non troveranno sulla loro strada qualcuno come loro, che invece di supportare chi è in difficoltà fa i processi e pretende di sapere che cosa gli altri hanno sbagliato, perché non sono rimasti a casa, quali rischi hanno corso, quali sono le loro idee, perché non ci hanno pensato prima. Auguro loro, invece, di trovare una persona d'oro come Alessia. Una che non giudica, ma di fronte a chi ha bisogno di aiuto semplicemente aiuta".

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