Aggressione fascista a Firenze, gli studenti romani contro il ministro Valditara: “Dimettiti!”

Hanno protestato questa mattina all'entrata di scuola chiedendo le dimissioni del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara in seguito all'aggressione squadrista avvenuta a Firenze sei giorni fa, davanti al liceo Michelangiolo.
A distanza di quasi una settimana dai fatti, dai banchi del governo nemmeno una parola di condanna o una richiesta di verifiche. L'unico ad esprimersi, invece, è stato proprio il ministero Valditara che ha preso posizione contro la preside di un altro liceo fiorentino, il Leonardo da Vinci, che aveva inviato ai e alle studenti una comunicazione in cui prendeva posizione contro la violenza.
"Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone – si legge nella lettera inviata ad alunni e alunne – Ma ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti”. E poi aggiunge: "Odio gli indifferenti, diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee".
La mobilitazione degli e delle studenti all'ingresso di scuola
"È inaccettabile che il governo non riconosca e condanni una violenza di questo tipo – è la protesta dei ragazzi e delle ragazze che studiano nelle scuole superiori e nei licei romani della Rete degli Studenti Medi del Lazio – Ma è ancora più grave che un ministro dell’Istruzione provi a limitare la libertà di espressione di un dirigente". Cavour, Albertelli, Plinio, Pascal: sono solo alcune delle scuole davanti alle quali, nella mattina di oggi, prima dell'ingresso in aula, gli e le studenti si sono radunati per protestare ed esprimere la loro posizione, manifestando il loro dissenso.
Le priorità nella scuola, infatti, sono altre: "Inaccettabile che il ministro non abbia intenzione di agire sulle priorità degli studenti e delle studentesse. Non sui PCTO, non sulla Salute Mentale, non sull’edilizia scolastica. Deve dimettersi".