Affidare impianti comunali alle federazioni sportive è illegittimo, ma a Roma si fa finta di niente

Roma Capitale, durante l’amministrazione targata Movimento 5 Stelle, ha assegnato la gestione di alcuni impianti sportivi alla Federnuoto e alla Federginnastica con delle procedure che, carte alla mano, sembrano quanto meno contestabli. Una situazione che, a metà dell'amministrazione Gualtieri, ancora non è stata risolta. Gli affidamenti si basano su un articolo di legge che stabilisce come "le amministrazioni pubbliche possono concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento, in collaborazione, di attività di interesse comune”. Peccato però che le federazioni sportive non sono pubbliche amministrazioni ma associazioni “con personalità giuridica di diritto privato”, come sottolineato anche all’articolo 1 degli statuti sia della Federazione Ginnastica d’Italia (Fgi) sia della Federazione Italiana Nuoto (Fin).
Ma nonostante ciò la giunta di Virginia Raggi nel dicembre 2020 ha affidato un palasport alla prima e nel 2021 ben due poli natatori alla seconda. La vigilia di Natale del 2020 la giunta si è riunita in Campidoglio per approvare lo “schema di accordo di collaborazione” (durata 18 anni ndr) in base alla norma che disciplina gli accordi tra due amministrazioni pubbliche, tra Roma Capitale e Fgi per la realizzazione “dell’Accademia Nazionale di Ginnastica Ritmica presso l’impianto sportivo di via Giacomo Brogi n 82” nel quaertiere di Roma 70. Nella delibera si giustifica l’utilizzo di tale riferimento normativo in relazione al fatto che la Fgi risulta, nel 2020, “nell'elenco delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato individuate dall'Istat”, una lista stilata annualmente dall’istituto nazionale di statistica. Il farne parte però, secondo una sentenza del Consiglio di Stato del 2017, non dà il bollino blu di pubblica amministrazione: “L’elenco stesso non ha, in altre parole, natura e valore costitutivi della natura pubblica dell’organismo stesso”, sottolineano nel verdetto.
La norma che disciplina gli accordi tra due amministrazioni pubbliche è stata adottata anche il primo ottobre 2021 per assegnare due impianti sportivi alla Fin, che non è neanche presente nell’elenco Istat, come d’altronde anche la Fig e tutte le altre federazioni sportive dal 2021 in poi. L’assessore allo Sport stavolta non è più Daniele Frongia, al suo posto c’è Veronica Tasciotti, ma la musica non cambia. Sempre con la “formula” che disciplina gli accordi tra due Pa la giunta Raggi delibera un “accordo di collaborazione” con la Fin, di 24 anni, finalizzato alla riqualificazione di due poli natatori capitolini: quello in Via delle Quinqueremi a Ostia, e quello denominato “Valco San Paolo” in Via Ageno a Marconi. Per, si legge, “lo svolgimento in essi di attività con carattere di prevalente interesse pubblico”.
L’affidamento degli impianti sportivi comunali è una questione annosa. La loro manutenzione è assai costosa, e spesso gli enti sportivi dilettantistici o società sportive di piccolo o anche medio livello faticano a partecipare ai bandi. Però la loro mission è indubbia: garantire a tutti i cittadini l’accesso alla pratica sportiva. Anche per questo in molti all’epoca contestarono il coinvolgimento delle federazioni nazionali.
Gli accordi di cui stiamo discutendo sicuramente fatti con tutte le buone intenzioni del caso, sono viziati da un ‘peccato originale’ sostanziale: come già ricordato le federazioni sportive non sono amministrazioni pubbliche ma associazioni con personalità giuridica di diritto privato. Evidenza espressa non solo dagli statuti delle federazioni ma rafforzata anche da interpretazioni giurisprudenziali, italiane ed europee, che negli anni hanno ribadito il concetto, sottolineato dalla stessa Autorità Nazionale Anticorruzione nel 2022. L’Anac ha deliberato a seguito di un quesito posto dalla Fise, Federazione italiana sport equestri, proprio sulla sua natura giuridica: pubblica o privata? Una richiesta di chiarimento per capire se applicare o meno “il Codice dei contratti pubblici nell’utilizzo delle proprie risorse economiche”. L’Autorità Anticorruzione, richiamando anche un pronunciamento del Consiglio di Stato che “ha ritenuto che la Figc non sia riconducibile nel novero degli organismi di diritto pubblico”, ha ribadito che anche la Fise “non è qualificabile quale organismo di diritto pubblico”.
Proprio la natura privatistica delle federazioni sportive ha spinto i comitati di Quartiere Grotta Perfetta e Tor Carbone-Fotografia a presentare ricorso al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento della delibera di Roma Capitale che affida la gestione della palestra di via Brogi a Federginnastica. L’impianto sportivo è stato edificato come opera di urbanizzazione a scomputo dell’area “Tor Carbone-Fotografia, nato nel quartiere e per il quartiere, essendo un bene pubblico da utilizzare come bene comune”, spiega un comunicato del comitato di Grotta Perfetta. Il Tar però, nel febbraio del 2023, ha respinto l’istanza per difetto di legittimazione dei comitati, non entrando neanche nel merito delle motivazioni del ricorso, ovvero “la natura privatistica della Federazione Ginnastica”. I giudici amministrativi hanno sottolineato che “per il riconoscimento giurisdizionale della legittimazione ad impugnare atti amministrativi, occorre che il comitato di cittadini sia munito di un adeguato grado di rappresentatività, di un collegamento stabile con il territorio di riferimento e di un’azione dotata di apprezzabile consistenza, anche tenuto conto del numero e della qualità degli associati”. Tutti requisiti che i comitati invece rivendicano con forza dopo anni di attività svolta nel quartiere.
Al contrario di Roma Capitale, con la giunta di Roberto Gualtieri, che “nella sua costituzione in giudizio davanti al tribunale amministrativo, ha chiesto che il Tar dichiarasse il difetto di legittimazione attiva dei Comitati, disconoscendo di fatto il loro prezioso contributo al quartiere”, prosegue la nota del comitato di Grotta Perfetta che chiede, anzi, che venga “riconosciuto ufficialmente e legittimato l’operato dei numerosi comitati ed associazioni che giornalmente si impegnano con i propri volontari per curare e manutenere tanti beni comuni della città che, altrimenti, sarebbero destinati all’abbandono e degrado”.
Abbiamo chiesto dei chiarimenti su questi affidamenti all’assessorato allo Sport di Roma Capitale, che ha ereditato questa gatta da pelare dall’amministrazione Raggi, ma non abbiamo ottenuto alcun riscontro.
“Gli affidamenti sono stati fatti dopo aver passato il vaglio dei vari dirigenti degli uffici tecnici preposti, con le dovute verifiche”, ha spiegato invece l’ex assessore allo Sport Veronica Tasciotti, in carica quando sono stati affidati alla Fin i due poli natatori. Sull’affidamento della palestra di via Brogi non abbiamo ricevuto alcuna risposta dall’ex assessore Frongia, attuale vice capo gabinetto del ministero dello Sport.