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Adozioni per salvare i dani del Circeo, ma potranno averli anche cacciatori e macellai

Il Parco nazionale del Circeo ha pubblicato tre bandi per dare in adozione i daini catturati nella Foresta demaniale, una soluzione messa in campo per far fronte al sovraffollamento degli esemplari. Ma la misura non convince cittadini e animalisti, perché a riceverli potranno essere anche aziende venatorie e alimentari.
A cura di Alessia Rabbai
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Adottare un daino si può e gli ungulati sono quelli del Parco Nazionale del Circeo. L'Ente, per far fronte al sovraffollamento degli esemplari aumentati negli ultimi cinque anni, dopo la protesta dei cittadini che chiedevano risposte al fenomeno mettendo in atto pratiche non violente per gli animali, ha trovato una sorta di escamotage, pubblicando tre bandi sul sito ufficiale per adottarli. Ma la soluzione non convince i cittadini sulle modalità e i requisiti richiesti ed è polemica per come il Parco, invece di mettere in atto pratiche non violente, come ad esempio la sperimentazione di farmaci immunocontraccettivi, abbia pensato a questa strada, per "lavarsene le mani" come dicono in molti e gli animalisti mettono in guardia sul fatto che a prenderli in carico potranno essere anche aziende venatorie e alimentari, dunque finirebbero nelle mani di cacciatori e macellai. Sul Piano gestionale di controllo del daino per il Parco nazionale del Circeo resta dunque ancora da sciogliere il nodo di misure non crudeli per il contenimento degli esemplari, le quali inizialmente ne prevedevano l'abbattimento, pratiche che verrebbero così di fatto soltanto delegate a qualcun altro.

Oipa: "Ente Parco annulli i bandi"

Sulla vicenda sono intervenute a difesa del futuro dei daini le associazioni animaliste, tra le quali Oipa, che ha posto sotto i riflettori come il Parco nazionale del Circeo non mantenga gli impegni presi e decida di assegnare anche ad aziende venatorie e alimentari i daini che catturerà nella Foresta demaniale. Oipa lancia un appello affinché in quanto Biosfera tutelata dall'Unesco a partire dal 1977, l'Ente si prenda cura della sua fauna, annullando due dei tre bandi e lasciando solo quello aperto a privati che ne rispetteranno la vita. "Circa un anno fa il Consiglio direttivo del Parco aveva ribadito che avrebbe attuato ‘tutte le possibilità, non cruente e senza sparo, iscritte a vario titolo nel Piano per raggiungere l’obiettivo della diminuzione della popolazione di questa specie per ridurre la pressione sul territorio: spostamenti interni ed esterni, verifica su efficacia di sperimentazione farmaci immunocontraccettivi condivisa con organi competenti' – scrive l'organizzazione internazionale protezione animali – Invece sono stati pubblicati sul sito web del Parco tre bandi per la cessione di alcuni esemplari. Gli animali che verranno catturati saranno ceduti rispettivamente ad aziende agri-turistico-venatorie dove si pratica la caccia, ad allevamenti a scopo alimentare, e a proprietari di recinti che abbiano le caratteristiche idonee per ospitare gli esemplari a scopo ‘ornamentale'".

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