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Il Liceo Amaldi vieta la rivista Scomodo: l’inchiesta sull’aborto giudicata ‘argomento divisivo’

“Il giornale è discriminatorio perché tratta argomenti come il diritto all’aborto sottolineandone la scarsa assistenza finanziaria, ma non i problemi delle famiglie numerose che ricevono ancor meno sostegno”, si legge nel verbale del Consiglio di Istituto con cui è stata vietata la distribuzione di Scomodo.
A cura di Beatrice Tominic
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La protesta di oggi degli e delle studenti davanti al liceo Amaldi, dove il Consiglio di Istittuto ha vietato la distribuzione di Scomodo.
La protesta di oggi degli e delle studenti davanti al liceo Amaldi, dove il Consiglio di Istittuto ha vietato la distribuzione di Scomodo.

A dare la notizia è stata la stessa testata di Scomodo, con un post su Instagram: "In sette anni di distribuzione gratuita nelle scuole è la prima volta che una scuola proibisce formalmente la distribuzione della nostra rivista". La decisione di bloccare la consegna dei giornali è stata presa dal Consiglio dell'Istituto del liceo Amaldi, nella zona di Tor Bella Monaca, nella periferia est della capitale.

A far scattare il provvedimento, sembra sia stata l'inchiesta sul diritto all'aborto nel numero 45, sugli ostacoli poco visibili che ogni donna deve superare per portare a termine l'interruzione volontaria di gravidanza.

"È grave che in una sede istituzionale come un Consiglio d'Istituto possa essere portata avanti una discussione del genere", ha spiegato a Fanpage.it Edoardo Bucci, direttore editoriale della rivista. "Il giornale ha raggiunto più di 100 scuole e anche al Liceo Amaldi era arrivato su proposta di un collettivo scolastico, come un'esigenza dei ragazzi e delle ragazze dell'istituto – ha continuato – Può essere lecito e legittimo chiedere del giornale, costruendo un libero confronto fra la generazione dei docenti e quella del corpo studentesco. Ma siamo rimasti davvero stupiti perché non ci aspettavamo un processo alla linea editoriale di Scomodo".

Il provvedimento del Consiglio d'Istituto

A prendere questo provvedimento è stato il Consiglio d'Istituto. Dopo il numero di lancio, distribuito in classe gratuitamente, i docenti avevano chiesto di discutere con i rappresentanti d'istituto la distribuzione dei prossimi. Ma il Consiglio di Istituto si è opposto. "Il giornale è discriminatorio perché tratta argomenti come il diritto all'aborto sottolineandone la scarsa assistenza finanziaria, ma non i problemi delle famiglie numerose che ricevono ancor meno sostegno", si legge nel verbale. Secondo quanto si legge nel documento, sarebbero presenti anche "simboli esoterici come il numero 666" (composto, secondo quanto dichiarato, dalla disposizione di alcuni dati presenti nel numero, ndr) e "sembrerebbe evidente l'orientamento politico riconducibile alle idee promosse dal World Economic Forum".

A proporre per prima il divieto di distribuzione sarebbe stata la componente formata dai rappresentanti dei genitori a cui, durante la discussione, si sarebbe aggiunta anche parte del corpo docenti. Il Consiglio ha respinto la proposta avanzata dal collettivo del Liceo. La dirigente, inoltre, avrebbe aggiunto che "nella scuola non dovrebbero trovare spazio argomenti divisivi, capaci di creare contrapposizioni ideologiche anziché un confronto costruttivo".

La risposta di Scomodo

"Da anni Scomodo svolge un lavoro di inquadramento, indagine, ricerca e fact checking. Svolgiamo spesso anche percorsi di formazione nei licei – ha continuato a spiegare Bucci – È il corpo studentesco delle singole scuole a scegliere il proprio percorso politico: noi di Scomodo diamo loro il nostro totale supporto".

Quanto accaduto, come sottolinea Bucci, rappresenta un fatto grave: "Ci siamo trovati di fronte a storie territoriali di ogni genere, abbiamo sperimentato diverse realtà, con diverse sensibilità politiche. Il fatto che un precedente di questo tipo sia nato proprio in questo contesto geografico ci ha stupito. E il fatto che sia arrivato in questo momento politico ci lascia tanti interrogativi".

La protesta degli studenti per distribuire Scomodo

"Siamo convinti che la scuola debba essere il primo luogo in cui vengono prodotte iniziative simili: un provvedimento di questo genere apre un tema molto più largo – ha spiegato Carlo Fanfoni, referente del quadrante est della capitale per la Rete degli Studenti Medi – Per questo oggi i ragazzi e le ragazze della scuola hanno continuato a fornire le riviste ai compagni e alle compagne di scuola, nel corso dell'azione Libertà di distribuzione. C'è un lavoro enorme dietro a Scomodo: rappresenta un modo per portare cultura in classe e garantire un'informazione gratuita superando molti scogli".

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