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Reato di tortura: sì della Camera, il testo ora passa al Senato

Via libera dell’Aula della Camera al ddl che introduce il reato di tortura. Il sì di Montecitorio arriva con voti 244 favorevoli, 14 contrari e 50 astenuti.
A cura di Susanna Picone
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L'aula della Camera, modificando in parte la versione già approvata dal Senato, ha approvato in serata il Ddl sulla tortura. Il via libera della Camera al ddl che introduce il reato di tortura è arrivato con 244 voti favorevoli, 14 contrari e 50 astenuti. Il testo ora torna a Palazzo Madama. La vicenda Diaz – ha detto il ministro della giustizia Andrea Orlando prima del voto – “non pregiudichi il traguardo del Paese”. Da parte di Orlando dunque l’appello di un voto “il più ampio possibile per andare a Strasburgo con un risultato non del governo ma di tutto il Parlamento”. Queste, in sintesi, le principali novità previste nel provvedimento. Pesanti le pene contro chi tortura: il nuovo reato punisce con la reclusione da 4 a 10 anni chiunque, “con violenza o minaccia o violando i propri obblighi di protezione cura o assistenza, intenzionalmente cagiona a una persona a lui affidata o sottoposta alla sua autorità sofferenze fisiche o psichiche al fine di ottenere dichiarazioni o informazioni o infliggere una punizione o vincere una resistenza o ancora in ragione dell'appartenenza etnica, dell'orientamento sessuale o delle opinioni politiche o religiose”. La sofferenza dovrà essere acuta e comunque ulteriore rispetto a quella che deriva dalla semplice detenzione o altre legittime misure limitative dei diritti. Specifiche aggravanti scattano in caso di lesioni o morte.

Aggravante per agenti – Se a torturare è un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio, con abuso dei poteri o in violazione dei suoi doveri, la pena è aggravata da 5 a 15 anni. I termini di prescrizione raddoppiano, dunque il reato di tortura se prima non interviene il processo si estinguerà in 20 anni. Divieto assoluto di espulsione o respingimento verso paesi che praticano la tortura o dove la violazione dei diritti umani sia grave e sistematica. E ancora, il testo prevede che qualsiasi dichiarazione o informazione estorta sotto tortura non è utilizzabile in un processo. Valgono però come prova contro gli imputati di tortura. Niente immunità per i cittadini stranieri imputati o condannati per tortura in altro Stato o da un tribunale internazionale.

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