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Raffaele Lombardo si è dimesso da Governatore della Sicilia

Come anticipato, il Governatore della Sicilia Raffaele Lombardo ha rassegnato le proprie dimissioni. Si apre la breve fase di transizione verso nuove elezioni.
A cura di Redazione
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Raffaele Lombardo non è più il Governatore della Sicilia. Come annunciato qualche settimana fa il fondatore del Movimento per l'autonomia si è dimesso al termine dell'Assemblea regionale siciliana, congedandosi con un messaggio non privo di una certa vena polemica: "Assistiamo a una vera e propria aggressione nei confronti della nostra Regione, della sua autonomia e vediamo affermarsi un serrato centralismo con tagli che vengono imposti da continue manovre finanziarie".

Il riferimento è ovviamente alle politiche del Governo guidato da Mario Monti, con cui pure si era incontrato qualche giorno fa a Roma, dopo l'ormai famosa lettera con la quale il professore aveva espresso le sue perplessità circa lo "stato di salute" delle finanze dell'Isola. A tal proposito vale la pena di sottolineare che l'assemblea ha in parte bocciato i provvedimenti di risanamento concordati, opponendosi ad un taglio della spesa di circa 150 milioni di euro. Così, dopo aver negato per l'ennesima volta la possibilità che la Sicilia "vada in default", Lombardo ha addirittura proceduto a due nomine ulteriori, con il compagno di partito Nicola Vernuccio cui ha affidato l'assessorato alle autonomie locali e l'indicazione di Mario Zappia alla ASP di Siracusa. Un ultimo atto che ha provocato non poche polemiche in seno all'assemblea siciliana, retta, gioverà ricordarlo, da una maggioranza atipica formatasi in seguito ad una serie di "ribaltoni e cambi di casacca".

Ricordiamo dunque che la Sicilia andrà al voto il 28 e 29 ottobre, con una campagna elettorale che si preannuncia serratissima anche se non dovessero svolgersi contemporaneamente le elezioni politiche (come pure ipotizzato da qualche analista). Lo stesso Lombardo ha ricordato in effetti che la sua decisione (quasi obbligata data la pesantezza delle accuse a suo carico), consentirà "un voto libero dai tavoli dei partiti nazionali".

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