Processo Preiti, sì alla perizia psichiatrica. In aula la figlia di Giangrande
Si è aperto oggi a Roma il processo a Luigi Preiti, il responsabile della sparatoria avvenuta a Palazzo Chigi il 28 aprile scorso, giorno di insediamento del Governo Letta. Preiti sparò contro due carabinieri, uno dei quali rimase ferito in modo grave. Si tratta di Giuseppe Giangrande, che ancora oggi è ricoverato in ospedale a Imola. A Roma, per vedere per la prima volta Preiti, si è presentata oggi sua figlia Martina che in aula ha incrociato lo sguardo dell’uomo che ha quasi ucciso suo padre. Tra i due comunque non è avvenuto alcun dialogo. Il gup Filippo Steidl ha ammesso come parti civili sia il carabiniere Giangrande che l’altro ferito, il carabiniere Francesco Negri. Ammessi inoltre anche il ministero della Difesa e l’associazione Vittime del dovere. Non ha chiesto di costituirsi parte civile al processo, invece, il carabiniere che si salvò da un proiettile sparato da Preiti.
Preiti capace di intendere e di volere? – Nel corso del processo è stato deciso che Preiti sarà sottoposto a perizia psichiatrica. Il gup ha accolto la richiesta di giudizio immediata avanzata dai legali del calabrese condizionato all’accertamento tecnico. Venerdì 11 ottobre ci sarà il conferimento dell’incarico. La procura aveva espresso, a questo proposito, parere negativo: secondo il pm Antonella Nespola l’attentatore di Palazzo Chigi era perfettamente capace, al momento dei fatti, di intendere e di volere. “Il giudice – ha commentato l’avvocato Eriberto Rosso che difende i carabinieri feriti – ha voluto disporre questo accertamento per completezza probatoria. Così, tenuto conto della consulenza presentata dalla difesa di Preiti, avrà a disposizione un dato in più e potrà esprimersi compiutamente su questa vicenda garantendo tutte le parti”.