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Primarie PD: pronte le liste, rush finale per il voto del 29 e 30 dicembre

Tutto pronto in casa democratica per le primarie per la scelta dei candidati al Parlamento alle prossime politiche. Si vota il 29 in alcune regioni ed il 30 in altre.
A cura di Redazione
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Il 29 e 30 dicembre militanti ed elettori del Partito Democratico saranno chiamati a scegliere il 90% dei candidati al Parlamento per le imminenti elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. Come vi raccontavamo, le regole della consultazione hanno fatto discutere non poco militanti ed avversari politici, anche in relazione ai tempi strettissimi per le candidature e la campagna elettorale. Polemiche che si sono aggiunte a quelle sulle deroghe concesse a 10 big del Partito e alla quota bloccata assegnata al segretario Bersani (un 10% che in realtà si tradurrà in un 30 – 40 percento degli eletti). Ora finalmente, è possibile consultare l'elenco completo dei candidati (da scegliere su base provinciale), con la conferma che a decidere i capilista sarà la Direzione Nazionale.

Le urne saranno aperte nei circoli del Partito Democratico e potranno votare tutti coloro che si sono registrati alle primarie per la scelta del leader del centrosinistra e tutti gli iscritti al partito. Piemonte, Liguria, Lombardia, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania e Calabria voteranno sabato 29 dicembre, mentre le altre regioni andranno al voto il 30, sempre dalle 8 alle 20 e sempre grazie al lavoro di circa 50mila volontari. C'è ovviamente grande curiosità per il risultato di alcuni fra gli esponenti di spicco del partito, non inclusi nel listino bloccato del segretario Bersani, oltre che per alcune candidature molto discusse. Tra queste spiccano quella di Rosy Bindi (nella Provincia di Reggio Calabria) e quelle dei "giovani turchi" Orfini e Fassina (Roma), esponenti di primissimo piano che dovranno comunque conquistare i voti necessari per essere inseriti nelle posizioni di vertice delle liste circoscrizionali. Resta alta l'attenzione anche per i consensi dei parlamentari uscenti, nonché per i tanti esponenti di "apparato" che ovviamente partono in netto vantaggio rispetto agli altri concorrenti, anche considerando il pochissimo tempo avuto a disposizione per la campagna elettorale.

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