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Primarie del Pd 2019

Primarie Pd, Matteo Renzi: “Darò una mano a Zingaretti, ma non voglio incarichi”

Il giorno dopo le primarie del Pd, con la netta vittoria di Nicola Zingaretti, il Pd si ritrova unito. Come dimostra l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi: “Darò una mano a Nicola, ma non voglio incarichi”. Commenta anche il leader della Lega, Matteo Salvini: “Rispetto le primarie, ma ora tocca a noi. In 10 anni la loro partecipazione si è dimezzata”. Congratulazioni non solo dal Pd, ma anche da sinistra e dall’Europa.
A cura di Stefano Rizzuti
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Tutti con Nicola Zingaretti. Almeno per ora. Il Pd sembra aver ritrovato l’unità dopo le primarie di domenica 3 marzo, con l’affermazione dell’attuale presidente della Regione Lazio e con un’affluenza più alta del previsto. Tutti con Zingaretti, quindi. A partire dall’ex presidente del Consiglio ed ex segretario dem Matteo Renzi: “Il milione e mezzo ai seggi, il lungo fiume di persone di sabato a Milano, i pienoni alle presentazioni del libro sono splendidi segnali di una comunità viva e di una stagione politica, quella del M5s, che volge al termine”, afferma in un colloquio con il Messaggero. Renzi parla di una vittoria “bella e netta”: “Ora abbiamo un segretario forte. Nessuna guerriglia da parte mia”, assicura spiegando che darà “una mano, come tutti gli ex, ma non voglio incarichi”. I commenti alle primarie dem non arrivano solo dal Pd. Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, in un’intervista alla Stampa parla del voto ai gazebo: “Rispetto le primarie, ma ora tocca a noi. In 10 anni la loro partecipazione si è dimezzata”. “Renzi, Boschi e Prodi – continua Salvini – hanno già governato, e male, per anni. Ora tocca a noi”.

Sono le voci interne al Pd a farla da padrone, comunque. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, dà “atto a Zingaretti di aver fatto una buona campagna e le sue prime parole mi sono piaciute”. Ma ora per il Pd c’è “la prova della verità: non deve avere un atteggiamento egemone”, afferma ai microfoni di Rai News24. Per Sala il Pd ora deve aprirsi, riuscire ad allargare: “Però io mi fido di Zingaretti, mi fido della capacità di tante persone all’interno del partito. Sarà la prova della realtà che dirà se questa fiducia è ben riposta, io penso di sì”. “Uniti si vince”, scrive su Twitter Carlo Calenda, parlando della necessità di “costruire una grande lista unitaria europeista”.

Dario Franceschini, ex segretario reggente del Pd, parla in un’intervista a Repubblica: “Solo un mese fa nessuno avrebbe scommesso su questa partecipazione di popolo: adesso da Nicola Zingaretti comincia un percorso nuovo, di cambiamento e unità, di opposizione a una destra reazionaria e sbruffona. Da questo momento parte la riscossa dell'Italia che si oppone al governo. Senza un Pd rinnovato e ri-motivato non poteva cominciare. Adesso si volta pagina”. Felice per la partecipazione anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che invita “il Pd all’unità e a costruire un campo largo”. Parla di “valore straordinario”, in merito alla partecipazione ai gazebo, anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: “Si comincia a voltare pagina e si crea la possibilità di una svolta in Italia”. Gli fa eco un altro presidente di Regione, Sergio Chiamparino, che parla di una “scelta netta che consente una gestione del partito forte e unitaria”: lo stesso presidente della Regione Piemonte incontrerà proprio oggi Zingaretti.

Le felicitazioni per l’affermazione di Zingaretti, come detto, vengono anche dall’esterno e non solo dal Pd. Persino dall’Europa: è il commissario europeo ed esponente socialista francese, Pierre Moscovici, a congratularsi con il suo “amico Nicola Zingaretti per l’ampia vittoria alle primarie del Pd: la sinistra europea ha bisogno di un Pd forte e rinnovato”. Tornando in Italia, giudizio positivo anche da Mdp, con Roberto Speranza: “Buon lavoro a Nicola Zingaretti. Voltare pagina con coraggio e determinazione è indispensabile per costruire l'alternativa alla destra nel nostro Paese”.

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