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Zaky ancora in carcere, post shock del leghista: “Egitto è un Paese serio, non cede a ong. Bye bye”

Commento shock di un esponente leghista di Modena, Luca Rossi, che esulta per il prolungamento della prigionia dello studente egiziano Patrick Zaky. Il leghista scrive: “Esistono Paesi seri come l’Egitto che non si lasciano condizionare da ong. Bye Bye Zaky”. Rossi non si scusa, ma ribadisce la sua opinione in un altro post sui social.
A cura di Annalisa Cangemi
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Patrick Zaki
Patrick Zaki

Un messaggio carico d'odio nei confronti di Patrick Zaky è arrivato da parte di un esponente leghista. La dichiarazione contro il giovane studente e attivista di 27 anni, che si trova in carcere in Egitto da febbraio, porta la firma di Luca Rossi, esponente del Carroccio e componente della segreteria di Modena, dove era stato candidato alle ultime amministrative (ma non era stato eletto).

"Esistono Paesi seri come l'Egitto che non si lasciano condizionare da ong. Bye Bye Zaky". Lo ha scritto commentando il prolungamento della detenzione di Patrick George Zaky per altri 45 giorni. Parole gravissime, disumane, che hanno scatenato furiose critiche da parte di diversi utenti sui social.

Anche il segretario del Pd di Modena e assessore comunale alla Cultura Andrea Bortolamasi ha voluto prendere le distanze: "Una frase che si commenta da sola", ha scritto su Facebook, rilanciando il post di Luca Rossi. E ancora: "Una pugnalata, l’ennesima, verso la famiglia, gli amici, il mondo accademico che si è mobilitato e chiede a gran voce la liberazione di un ragazzo incarcerato per la sola colpa di esser un ricercatore, di fare ricerca nel campo dei diritti umani e le politiche di genere. Sarebbe troppo facile, chiedere le dimissioni da qualsiasi incarico politico, mi piacerebbe – ma rimarrà una vana speranza – che però chiedesse scusa, a Patrick e alla sua famiglia e capisse – anche questo credo rimarrà una vana speranza – quanto dolore e sofferenza possano causare affermazioni del genere, su un social, digitando comodamente da un divano mentre in Egitto un ragazzo rischia di morire in carcere, come Giulio Regeni".

Il leghista però non solo non ha chiesto scusa e non ha mostrato segni di pentimento, ma pochi giorni dopo ha ribadito lo stesso concetto, con un altro post sul suo profilo, precisando che comunque si tratta di un'opinione personale, che non coincide necessariamente con quella del suo partito: "In merito al post su Zaky il sottoscritto ha espresso un parere esclusivamente personale che non coincide necessariamente con la linea del Partito legasalvinipremier. Detto ciò confermo la mia opinione sulla questione. La campagna politico/mediatica per la scarcerazione dello studente universitario detenuto in #Egitto, rappresenta un'ingerenza negli affari interni di uno Stato sovrano e che ha come obiettivo primario il deterioramento dei rapporti diplomatici e commerciali con IlCairo. Un Paese strategicamente importante per il nostro sistema-Paese e fondamentale nella lotta contro il fondamentalismo e l'oscurantismo islamista".

Sulla vicenda è intervenuta anche la segretaria di Possibile Beatrice Brignone: "Parole inqualificabili dopo le quali – in un paese serio – si verrebbe rimossi da ogni incarico".

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