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Egitto: dopo 16 mesi in carcere liberato studente Usa. Amnesty: “Ora sia il turno di Zaky”

Uno studente di medicina statunitense detenuto senza processo in un carcere egiziano per quasi 500 giorni è stato liberato ed è tornato negli USA. Mohamed Amashah era stato arrestato nel marzo 2019 mentre esibiva al Cairo un cartello con la scritta “libertà per tutti i prigionieri politici”. Amnesty: “Ora il governo italiano lavori per la liberazione di Zaky”.
A cura di Davide Falcioni
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Uno studente di medicina statunitense detenuto senza processo in un carcere egiziano per quasi 500 giorni è stato liberato ed è tornato negli USA. Lo ha reso noto il dipartimento di Stato americano. Il rilascio di Mohamed Amashah, cittadino con doppia cittadinanza americana ed egiziana, segue mesi di pressione del governo Trump. Amashah era stato arrestato nel marzo 2019 mentre esibiva al Cairo in piazza Tahrir, epicentro della primavera araba del 2011, un cartello con la scritta "libertà per tutti i prigionieri politici". "Diamo il benvenuto al rilascio del cittadino Usa Mohamed Amashah e ringraziamo l'Egitto per la sua cooperazione nel suo rimpatrio", hanno commentato le autorità statunitensi. Prima di imbarcarsi per tornare a casa, a New Jersey City, Amashah, 24 anni, ha rinunciato alla cittadinanza egiziana come condizione per la sua liberazione. Come migliaia di prigionieri politici in Egitto, lo studente è stato tenuto in arresto preventiva con le accusa di aver ‘fatto un uso improprio dei social media' e di aver ‘aiutato un gruppo terroristico', secondo Freedom Initiative group, che ha seguito il caso. In base alle ampie leggi anti terrorismo, i procuratori egiziani hanno usato spesso queste accuse vaghe per ottenere il rinnovo dei 15 giorni di detenzione pre-processuale per mesi o anni, spesso con scarse prove.

Amnesty: "Le pressioni pagano. Si insista per la liberazione di Zaky"

La scarcerazione di Mohamed Amashah dimostra che le pressioni politiche e mediatiche non sono inutili e che quindi è necessario insistere affinché anche il caso di  Patrick George Zaky abbia un esito positivo: "Cinquecento giorni di carcere per uno studente che aveva solo innalzato un cartello per chiedere la libertà per i prigionieri è un tempo enorme, però questa storia ci insegna che le pressioni a un certo punto pagano", ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che ha rinnovato l'appello al Governo italiano affinché prema col Cairo per la liberazione di Zaky.  Il presidente americano Donald Trump, continua Noury, "è riuscito a far scarcerare un cittadino egiziano e americano. Speriamo che Giuseppe Conte, che vanta e rivendica rapporti ottimi con Al Sisi, riesca a fare molto prima per ottenere la scarcerazione di un cittadino egiziano e onorario bolognese". Zaky, studente 29enne egiziano iscritto a un master all'Università di Bologna, è in carcere in Egitto per reati d'opinione da più di 150 giorni, da inizio febbraio. La prossima udienza per il rinnovo o meno della detenzione, dopo estenuanti rinvii spesso senza nemmeno la presenza degli avvocati, sarebbe fissata al 12 luglio. Nei giorni scorsi l'Egitto ha annunciato una grazia per 530 detenuti per decongestionare le carceri e Amnesty chiede che il Governo italiano faccia pressione affinché lo studente dell'Alma Mater possa beneficiarne. Pochi giorni fa alla famiglia del ragazzo è stata recapitata una sua lettera dal carcere: "Sto bene, mi mancate, tornerò libero", ha scritto.

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