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Viceministro Sileri: “Non vedo un problema Lombardia, l’Italia è aperta”

Per il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri (M5s) “Non c’è un problema Lombardia, c’è un problema di possibili focolai che possono essere ovunque in Italia. Laddove si presenteranno dei focolai con il rischio che possano non essere sotto controllo, andranno prese delle misure di contenimento”
A cura di Annalisa Cangemi
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"Non c'è un problema Lombardia, dove vedo numeri in costante calo negli ospedali, ma di possibili focolai in tutta Italia. Vorrei mettere una pietra sopra per le preoccupazioni sulla Lombardia e delle regioni vicine". A dirlo è Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, a Skytg24, riferendosi agli spostamenti interregionali, ormai consentiti dallo scorso 3 giugno.

"Laddove si presenteranno dei focolai con il rischio che possano non essere sotto controllo, andranno prese delle misure di contenimento. Questo può avvenire ovunque, anzi in Lombardia vedo dei numeri che calano come quelli delle terapie intensive", ha spiegato. "Ci troviamo ora in una fase di convivenza, le nostre misure hanno funzionato. In Lombardia i numeri erano alti, è chiaro che ci siano ancora diverse persone contagiate. Quello che interessa ora è guardare l'andamento di questi numeri di settimana in settimana. Il virus continua a circolare ma è ben più controllabile", ha aggiunto.

"Servono 20-25 miliardi da usare bene, per riforme strutturali in campo sanitario, a partire dal personale, alzando gli stipendi", ha affermato il viceministro del Movimento Cinque Stelle.

Riguardo al Fondo Salva Stati ha detto: "Se alcuni Paesi hanno detto no al Mes ci sarà un perché. A mio avviso se sono soldi vantaggiosi, senza vincoli e in tempi rapidi allora va bene. L'Italia ha già dato tanto all'Europa, non ci dimentichiamo che tutta l'austerity e i tagli vengono da lì, quindi ora serve un cambio di passo".

"Mai come ora le sorti del nostro Paese, parlando del servizio sanitario nazionale, dipendono dalla burocrazia – ha aggiunto -. Dobbiamo eliminare la burocrazia per far rinascere il nostro Paese. Quello che è successo documenta inesorabilmente i difetti e le carenze che negli ultimi anni hanno aggravato il servizio sanitario nazionale. Lo hanno detto prima i lavoratori e poi i pazienti, mentre politici e amministratori si sono nascosti dietro la logica dei tagli necessari e del mancato finanziamento".

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