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“Vannacci discrimina i disabili”: il Codacons presenta denuncia in 104 procure contro il generale

Secondo il Codacons le frasi di Vannacci sulle classi separate potrebbero costituire il reato di “propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”.
A cura di Pietro Forti
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Il Codacons ha presentato denuncia in ben 104 Procure della Repubblica in tutta Italia contro il generale Roberto Vannacci, candidato dalla Lega in tutte e cinque le circoscrizioni alle prossime elezioni europee. L’associazione dei consumatori ha chiesto alla magistratura di aprire indagini in merito alle affermazioni del militare in tema di scuola e disabilità. Il reato, secondo il Codacons, sarebbe quello di “propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”.

"Non vogliamo entrare nel merito delle scelte politiche del Generale, e in tale sede non contestiamo la sua candidatura alle prossime elezioni europee né intendiamo interferire sulle preferenze di voto degli italiani – si legge nell’esposto – Tuttavia, alcune affermazioni attribuite a Vannacci, per la loro gravità e pericolosità, impongono un intervento della magistratura volto ad accertare se le stesse possano costituire un reato così come previsto dal nostro ordinamento”.

Il riferimento è alle dichiarazioni di Vannacci riportate in un’intervista sulla Stampa del 27 aprile, in cui il militare parlava dell'eventualità di classi separate per gli studenti con disabilità. “Sembrerebbe che, secondo il Generale, i disabili debbano stare separati dagli studenti più fortunati di loro, e addirittura andrebbero costituite classi separate in modo da consentire la valorizzazione delle capacità di ciascuno – commentano dal Codacons – La dichiarazione in questione si contrappone a quanto stabilito dalla legge 517/77 che propone con chiarezza strumenti e finalità per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Come noto condotte di questo tipo possono essere idonee a integrare il reato previsto dall’art. 604 bis c.p., rubricato ‘Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa’”.

L’associazione dei consumatori, quindi, ha chiesto a 104 Procure in tutto il Paese di accertare che le frasi riportate dai media rispondano alla realtà dei fatti e di verificare se queste affermazioni costituiscano una fattispecie di reato.

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