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Tutti i fronti aperti del Movimento 5 Stelle, tra balneari, reddito di cittadinanza e fuoriuscite

Scontro sulle concessioni balneari con la Lega, sull’invio di armi in Ucraina con il Partito democratico, sul reddito di cittadinanza con Italia Viva, sul Superbonus con Mario Draghi. Per non parlare dei terremoti interni, ultimi l’addio di Giarrusso e il murales condiviso dal tesoriere pentastellato. Ecco tutti i fronti del M5s.
A cura di Annalisa Girardi
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Non solo scontri con il resto della maggioranza, il Movimento Cinque Stelle è alle prese anche con i terremoti interni. Tra le divergenze con le altre forze politiche di governo e le turbolenze in casa propria, nel partito guidato da Giuseppe Conte la tensione rimane alta. Ieri l'addio dell'europarlamentare Dino Giarrusso (solo l'ultimo di una serie di fuoriuscite) e la bufera di polemiche per la condivisione da parte del tesoriere M5s del murales che dipingeva Mario Draghi tenuto al guinzaglio dal presidente Usa Joe Biden, hanno agitato le acque. E rimangono aperti i fronti con gli altri partiti di maggioranza.

Dalla caduta del Conte bis e la nascita del governo Draghi i rapporti tra M5s e Italia Viva non sono certo stati buoni. Ma i toni sono tornati ad alzarsi quando Matteo Renzi ha annunciato la raccolta firme per abolire il reddito di cittadinanza, misura cavallo di battaglia dei pentastellati approvata all'inizio della legislatura. Da allora, però, ha subito attacchi da ogni lato e i Cinque stelle sono rimasti isolati a difenderla. Anche la Lega, con cui erano al governo quando è stata lanciata la misura, non ha mai nascosto di averla approvata controvoglia.

E ora è guerra con la Lega sulla questioni delle concessioni balneari, con il Carroccio che spinge per una proroga e il Movimento che si dice intransigente. La maggioranza è al lavoro per un compromesso, che avrà comunque bisogno di essere blindato con la fiducia. Segno dell'ennesima frattura interna alla maggioranza che sostiene Draghi. Con il presidente del Consiglio la battaglia è aperta soprattuto sul fronte del Superbonus, un altra misura cardine del M5s, su cui però Draghi non ha mai nascosto le proprie perplessità. Anzi, intervenendo al Parlamento europeo ha affermato testualmente di non essere d'accordo con la misura, accusandola di aver triplicato i costi.

Anche con l'alleato politico più prossimo, il Partito democratico, le cose non sono sempre andate a gonfie vele negli ultimi mesi. Lo scontro si è aperto sull'invio delle armi in Ucraina, con Conte irremovibile sulla necessità di bloccare i flussi di armi verso Kiev e i dem invece decisi a mantenere il proprio sostegno a Draghi senza se e senza ma. E in questo senso non è mancata la tensione tra i vertici pentastellati, con il presidente Conte da un lato e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dall'altro.

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