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Giarrusso spiega a Fanpage.it perché ha lasciato M5S: “Democrazia interna non esisteva più”

“Non esiste più la democrazia interna nel Movimento, si decide tutto dall’alto. Ma non funziona così, soprattuto per il Movimento, che era fatto di partecipazione dal basso. Come facciamo ad avere un rapporto con i territori, se poi li umiliamo così?”: in un’intervista con Fanpage.it, Dino Giarrusso spiega perché ha deciso di lasciare il Movimento Cinque Stelle.
A cura di Annalisa Girardi
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"Ci sono tante ragioni e tantissimi anni di dispiacere, di sofferenza nel vedere che abbiamo predicato determinate cose e troppo spesso, e ultimamente sempre più spesso, ne facevamo delle altre. Non ultima quella di restare nel governo Draghi, perché il governo Draghi sta umiliando cittadini e imprese": lo afferma in un'intervista con Fanpage.it l'europarlamentare Dino Giarrusso, spiegando le ragioni che l'hanno portato a voler uscire dal Movimento Cinque Stelle. Non è solo una questione di merito, sottolinea, ma anche di metodo: "Non esiste più la democrazia interna nel Movimento, si decide tutto dall'alto. Le nomine sono calate dall'alto: io vado in giro per i territori ancora e mi sento dire ‘non contiamo più niente, che ci stiamo a fare?' Vogliono solo elettori, solo gente che mette una X nella scheda elettorale. Ma non funziona così, soprattuto per il Movimento, che era fatto di partecipazione dal basso. Come facciamo ad avere un rapporto con i territori, se poi li umiliamo così?".

Insomma, le ragioni sono molteplici. E Giarrusso, come spiega lui stesso, avrebbe cercato di parlarne direttamente con Giuseppe Conte, non ricevendo però alcuna risposta: "Ho sopportato, tollerato. Finora ho cercato di parlare con Conte in ogni modo, ma fino a ieri non mi ha risposto. Visto che avevo deciso di annunciare oggi questa scelta per me molto dolorosa gli avevo mandato un ultimo messaggio quasi disperato. Gli ho scritto ‘Giuseppe, te lo chiedo come favore personale, possiamo vederci o sentirci un minuto? Perché devo dirti una cosa'. Nessuna risposta. Da circa due mesi non ho risposte da Conte".

Sulla gestione delle elezioni regionali in Sicilia come possibile origine della rottura, Giarrusso chiarisce che non è quello il motivo, pur criticando le modalità con cui non gli è stato permesso presentarsi. Ora correrà in solitaria? "Non lo so, ma non credo. Avrei partecipato alle primarie interne se l'avessimo fatte, se mi ci avessero fatto partecipare in Sicilia. Ma non è questo il problema, ve lo assicuro". Sul nuovo movimento che sarebbe pronto a fondare invece specifica: "È un progetto embrionale. Tra le cose che non mi sono piaciute del Movimento è la scarsa attenzione al Sud. L'idea sarebbe quella di fare un'Italia a una sola velocità e una forza politica però che parta dal basso". E che raccolga tutti i "delusi" del Movimento.

C'è infatti chi si chiede se Giarrusso non abbia intenzione di unire le forze con un altro fuoriuscito dai ranghi Cinque Stelle, cioè Alessandro Di Battista. "No non è così. Ieri ho incrociato per caso Di Battista in un quartiere di Roma, ma ci siamo soltanto salutati. Non ho contatti con lui, ma comprendo, anche se con ritardo, la sua delusione". E quindi conclude: "Fino a stamattina ero indeciso, perché dal punto di vista sentimentale è stata una scelta dolorosissima. Sicuramente avrò deluso delle persone che invece credono ancora nel Movimento, ma non sono io che sono uscito, è il Movimento che ha abbandonato i suoi valori".

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