Caso Paragon

Verini (Pd) a Fanpage: “Paragon è una ferita, Meloni smetta di fuggire e dica se i Servizi sono un colabrodo”

Il senatore del Pd Walter Verini ha presentato un’interrogazione urgente al governo sul caso Paragon: “Siamo in una democrazia, e in una democrazia i giornalisti non possono essere spiati, perché è una ferita profonda proprio ai principi della democrazia liberale”, ha detto in un’intervista a Fanpage.it.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governo continua a non essere trasparente sul caso Paragon, la vicenda dello spionaggio ai danni di attivisti e giornalisti, o cui telefoni sono stati infettati dal software militare Graphite dell'azienda israeliana Paragon Solutions, che in teoria offre i suoi prodotti solo a sistemi democratici. Per questo i senatori del Pd, tra cui Walter Verini e Filippo Sensi, hanno deciso di tenere accesi i riflettori e di depositare un'interrogazione urgente al governo.

La presidente del Consiglio Meloni ieri, interpellata in Aula dal senatore Matteo Renzi, in occasione delle comunicazioni rese in Aula in vista del Consiglio Ue di domani e dopodomani, si è rifiutata di esprimersi sul caso, liquidando la domanda del leader di Iv e derubricandola a semplice "provocazione".

E anche oggi pomeriggio in Aula, durante il question time, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, ha evitato di rispondere nel merito, dicendo che "Il governo rispetta il lavoro della magistratura e della polizia giudiziaria, consapevole che le risposte verranno da un'indagine, quella avviata, a cui lo stesso governo non può e non deve sovravrapporsi, ma, solo se richiesto, collaborare come avvenuto in sede di Copasir". Ciriani si è limitato a ricordare che sulla questione indagano le Procure di Roma e Napoli, le quali hanno avviato due giorni fa accertamenti tecnici irripetibili sui dispositivi telefonici di sette persone, parti lese nell'indagine, tra cui figurano il fondatore di Dagospia Roberto D'Agostino e i giornalisti Eva Vlaardingerbroek, influencer olandese di destra, il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino, capo della cronaca di Napoli di questo giornale. La risposta di Ciriani dimostra che il governo sta solo cercando di prendere tempo, in attesa dei risultati di questi rilievi tecnici che arriveranno in autunno.

Nemmeno alla luce delle ultime novità, cioè l'ultimo rapporto dell'indipendente Citizen Lab che ha confermato che Ciro Pellegrino è stato sicuramente spiato con Graphite, e il coinvolgimento accertato di altri giornalisti – elementi che hanno spinto il Copasir riprendere le indagini e le audizioni, dopo la relazione consegnata al Parlamento lo scorso 5 giugno – Meloni e i suoi ministri si sono sentiti insomma in dovere di fornire spiegazioni, o quantomeno di dare solidarietà e rassicurazioni alle vittime dello spionaggio.

Walter Verini, in un'intervista a Fanpage.it, spiega perché il Pd non intende mollare la presa, e continuerà a chiedere conto al governo di questa grave "ferita democratica", come la definisce il senatore dem.

"Questa interrogazione che abbiamo presentato parte da un'enorme preoccupazione. Siamo in una democrazia, e in una democrazia i giornalisti non possono essere spiati, perché è una ferita profonda proprio ai principi della democrazia liberale. La cosa è accertata, è vero che sono spiati alcuni giornalisti e attivisti italiani, e il Copasir ha fatto per il momento quello che poteva fare: ha ascoltato i Servizi, i quali hanno escluso di essere stati loro a fare questa attività di spionaggio verso i giornalisti, attraverso Graphite. Paragon poi ha disdetto il contratto con il nostro Paese, facendo intendere che c'è stata una violazione. Ma chi l'ha fatta? Allora per questo come Pd abbiamo aggiunto anche la nostra voce, perché il Governo ha il dovere di dire cosa è successo. Chi ha ferito la democrazia nel nostro Paese?".

Come dicevamo, Giorgia Meloni non ha risposta in Aula a Renzi, dicendo che il governo ha altre priorità. "La presidente del Consiglio non è nuova alle fughe, spesso quando le vengono posti interrogativi normali, che per lei però evidentemente sono scomodi, dice che ci sono priorità diverse. Ieri il senatore Renzi ha rilanciato, in un intervento dedicato ad altri temi, questo problema, e lei di nuovo è fuggita. Ma il governo non può scappare a lungo su questi temi. Non tira una bella aria per l'informazione, non tira una bella aria negli Stati Uniti d'America, che pure sono il Paese Carl Bernstein e Bob Woodward, quelli dello scandalo Watergate. Non voglio fare chissà quali architetture, non siamo in un regime, ma ci sono attacchi inequivocabili al mondo dell'informazione", ha sottolineato Verini.

"Fanpage è un giornale che quotidianamente entra dentro questioni che riguardano la vita del Paese, fa il suo dovere. Ed è stato anche la testata che ha sviluppato un'inchiesta clamorosa sui rapporti che i giovani di Meloni hanno con il fascismo e il nazismo. Dagospia è un giornale libero di scrivere tutto quello che vuole. Guarda caso sono proprio queste due testate a essere vittime di questo spionaggio".

"Durante le audizioni fatte in antimafia, quando scoppiò il caso Striano, venne usato il termine ‘colabrodo' per definire le falle del nostro sistema di cybersicurezza, aggredito e aggredibile magari anche da organizzazioni criminali, perfino da potenze straniere. Per questo quando parliamo di politiche di sicurezza, mettiamo tra i primissimi posti anche il tema del potenziamento della nostra cybersicurezza. Se per caso la vicenda Paragon vedesse protagoniste forze o soggetti stranieri, che dall'estero fossero arrivati a spiare giornalisti e attivisti italiani, il livello del problema sarebbe enorme", ha affermato ancora Verini a Fanpage.it.

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