Trasformismo, la rivoluzione parlamentare: 235 cambi di casacca in due anni

Negli ultimi 23 mesi di Governo (durante gli esecutivi guidati da Enrico Letta e Matteo Renzi) ci sono stati ben 235 cambi di casacca in Parlamento, secondo quanto si evince dai dati Openpolis per Repubblica.it. Per la precisione sono 119 alla Camera e 116 al Senato. “Numeri altissimi che se confrontati con la legislatura precedente – la sedicesima – forniscono un'idea del fenomeno e del suo trend: 261 passaggi in 58 mesi, dal 2008 al 2013. Il raffronto, ulteriormente suddiviso, consegna una cifra pari a 10,22 cambi al mese (nella diciassettesima legislatura, quella attuale) contro i 4,50 del periodo Berlusconi-Monti. Più del doppio”, scrive Michela Scacchioli.

Il governo Letta vince in proporzione con 15,33 cambi al mese (in virtù della scomparsa del Pdl e della nascita di Ncd), seguito dal governo Renzi (8 passaggi al mese) che si piazza davanti agli esecutivi Berlusconi e Monti, rispettivamente con 5,56 e 2,94 transizioni. Va però detto che il governo di Berlusconi (3 anni e mezzo), l’ultimo ad aver vinto le elezioni politiche, è stato con quello con più di cambi di casacca: 217 contro i 97 dell'esecutivo Renzi, i 138 dell'esecutivo Letta e i 50 dell'esecutivo Monti. Scacchioli fa notare che negli ultimi 5 anni, ogni esecutivo è stato caratterizzato da particolari fenomeni atti a spiegare il presunto trasformismo dei suoi protagonisti: “Se nel 2010 sono stati proprio improvvisi cambi di gruppo – e di schieramento – a salvare il governo guidato da Silvio Berlusconi (vedi i casi di Domenico Scilipoti e Antonio Razzi), più recentemente si è assistito al proliferare di espulsioni sommarie (come nel caso del Movimento 5 Stelle), scissioni interne (la rottura dentro al Pdl con la nascita di Forza Italia e Nuova centrodestra) e la fine di esperimenti politici, come nel caso di Mario Monti e della sua creatura post premierato tecnico: Scelta civica”.

Gli spostamenti sono stati riassunti in tre grandi insiemi: gruppi in forte crescita, gruppi in perdita e quelli che hanno subìto scissioni interne. Dentro quest’ultimo vanno annoverati il Popolo delle libertà, Scelta Civica, e il Movimento 5 Stelle. Fra i tanti in perdita, l'unico in reale crescita è il Partito democratico che ha giovato sia del salto di schieramento di molti deputati Sel sia del confluire del gruppo Scelta civica al Senato.