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Crisi di Governo

Totoministri Governo Gentiloni: Boschi e Giannini fuori, dentro i verdiniani

Imperversa il totoministri: quale sarà la nuova squadra di Governo del neo presidente del Consiglio Paolo Gentiloni? In bilico numerose poltrone: Boschi quasi sicuramente fuori dall’Esecutivo, Poletti lascia il Lavoro e Giannini l’Istruzione.
A cura di Charlotte Matteini
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Paolo Gentiloni
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Nominato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l'ex ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha accettato con riserva l'incarico da presidente del Consiglio e in queste ore si appresta a comporre la nuova squadra di Governo e dar via a un breve giro di consultazioni con i rappresentanti di tutte le forze parlamentari. E proprio in relazione al nuovo esecutivo in via di formazione, in queste ultime ore sta imperversando il cosiddetto "totoministri" e numerosi sono gli ipotetici cambiamenti alla squadra dei ministri di Matteo Renzi di cui vociferano varie indiscrezioni. Al momento sembra che il neo-presidente del Consiglio sia orientato per mantenere pressoché immutato l'impianto dell'Esecutivo Renzi, sia pur apportando qualche leggero cambiamento.

Per cominciare, a pagare lo scotto maggiore sarà il ministro Maria Elena Boschi – autrice della riforma costituzionale bocciata alle urne lo scorso 4 dicembre  -, la quale rischia di perdere la delega alle riforme e potrebbe rimanere nel nuovo Governo Gentiloni mantenendo le sole Pari opportunità o i rapporti con il Parlamento, anche se indiscrezioni sostengono sia molto improbabile la sua permanenza all'interno della squadra di Governo. Un altro cambiamento potrebbe investire il dicastero del Lavoro guidato da Giuliano Poletti, che sembra sia intenzionato a passare la mano per motivi personali. Al suo posto potrebbe arrivare l'ex sottosegretario Tommaso Nannicini o l'ex viceministro dello Sviluppo Economico Teresa Bellanova. E poi, ancora: in bilico la poltrona degli Esteri – il dicastero guidato proprio dal neo-presidente del Consiglio – che potrebbe vedere sia l'avvicendamento con Angelino Alfano, che si trasferirebbe quindi dal Viminale alla Farnesina, sia l'arrivo del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, sia un breve interim assunto dallo stesso Gentiloni – ipotesi non scontata visto l'incombente vertice Ue che si terrà proprio questa settimana – per un lasso di tempo sufficiente a trovare un sostituto.

Alla presidenza del Consiglio potrebbe rimanere il fedelissimo renziano Luca Lotti, che potrebbe guadagnare anche la delega ai servizi segreti, attualmente detenuta dal sottosegretario Marco Minniti che potrebbe a sua volta diventare ministro dell'Interno in sostituzione di Alfano, mentre rimangono in bilico le poltrone del ministro della Salute Beatrice Lorenzin e di quello della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, la quale potrebbe essere sostituita dal Ds Piero Fassino, che però risulta attualmente in corsa per gli Esteri. Per quanto riguarda la poltrona da ministro dell'Istruzione, la partita è ancora apertissima: è ormai quasi certa la sostituzione di Stefania Giannini, ma ancora è da chiarire chi arriverà a ricoprire il ruolo: Gentiloni si vocifera abbia offerto il dicastero al leader della minoranza Dem Gianni Cuperlo, che però ha rifiutato, mentre i verdiniani sono in pressing e stanno cercando di proporre l'ex presidente del Senato Marcello Pera e un upgrade per il viceministro Enrico Zanetti. Al dicastero dell'Economia, invece, la situazione è molto chiara: resta il tecnico Pier Carlo Padoan. Stessa sicurezza, ormai quasi scontata, per Gian Luca Galetti che dovrebbe rimanere ben saldo all'Ambiente, per Franceschini ai Beni Culturali, per Maurizio Martina all'Agricoltura, per Graziano Delrio alle Infrastrutture e per Calenda, che potrebbe abbandonare lo Sviluppo Economico solo per la Farnesina.

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