735 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Torino, rinviata l’udienza di Salvini per il Coronavirus: è a processo per vilipendio magistratura

Slitta l’udienza del processo che vede imputato il leader della Lega, Matteo Salvini, per vilipendio dell’ordine giudiziario. La decisione di rinviare l’udienza al 20 aprile dipende dall’emergenza Coronavirus e dalla volontà di evitare il contagio riducendo la partecipazione ai processi a Torino da parte di persone che provengono da Lombardia e Veneto.
A cura di Stefano Rizzuti
735 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

L’emergenza Coronavirus provoca anche il rinvio dell’udienza prevista per oggi a Torino nel processo che vede imputato il leader della Lega, Matteo Salvini. Il segretario del Carroccio è accusato di aver pronunciato frasi critiche contro la magistratura in occasione del congresso regionale del suo partito che si è celebrato nel febbraio del 2016 a Collegno. L’udienza, prevista per oggi, slitta quindi al 20 aprile a causa dei rinvii dettati dall’emergenza Coronavirus e dalla diffusione dei contagi che molte Regioni e il governo stanno provando a contenere anche con misure drastiche.

Il rinvio dell'udienza per l'emergenza Coronavirus

La decisione di rinviare l’udienza deriva dal provvedimento firmato negli scorsi giorni dal procuratore generale, Enrico Saluzzo, e dal presidente della Corte d’Appello, Edoardo Barelli Innocenti: con questa disposizione vengono rinviate di almeno due mesi le udienze che prevedono la partecipazione di persone che provengono da Lombardia e Veneto, Regioni in cui si registrano i due principali focolai italiani di Coronavirus. In udienza oggi ci sarebbe dovuto essere anche lo stesso Salvini che, come sottolinea il suo avvocato, Claudia Eccher, avrebbe dovuto intervenire. Il leader leghista, comunque, dovrebbe essere in aula il 20 aprile.

Il processo nei confronti di Matteo Salvini

L’accusa nei confronti di Matteo Salvini è quella di vilipendio dell’ordine giudiziario. Durante il comizio di Collegno il leader leghista disse: “Difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana che è un cancro da estirpare”. Il riferimento del segretario del Carroccio era all’inchiesta Spese pazze che ha coinvolto alcuni esponenti del suo partito in Liguria e Piemonte. A novembre la legale di Salvini ha chiesto di classificare l’accusa come diffamazione e non come vilipendio, ma il giudice ha rifiutato la richiesta. Per Eccher le parole di Salvini “sono state una legittima espressione di critica verso quei giudici che, nell’esercizio delle loro funzioni, fanno attività politica e avvelenano l’operato degli altri magistrati”.

735 CONDIVISIONI
32805 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views