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Stati Generali M5s, Di Battista: “Io sempre denigrato, ora mi vogliono in un organo collegiale”

Oggi si concludono gli Stati Generali del M5s. Di Battista attacca: “Da quando sono uscito – per mia scelta – dal Parlamento hanno, costantemente, provato a denigrarmi. Oggi mi viene chiesto a gran voce di entrare in un organo collegiale che non è stato ancora votato dagli iscritti. Forse le nostre idee non sono così minoritarie come qualcuno vorrebbe far credere”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'ex parlamentare Alessandro Di Battista è in lizza per entrare nell'organismo collegiale che sostituirà il capo politico unico. La nuova segreteria non verrà resa nota oggi, al termine del dibattito pubblico con cui si concluderanno gli Stati Generali del M5s, durante il quale si avvicenderanno diversi big del Movimento, tra cui lo stesso Alessandro Di Battista, votato dagli iscritti insieme ad altre 29 oratori. Verrà invece stilato un documento di sintesi, che conterrà novità su diversi temi, tra cui la struttura del M5s, l'organizzazione interna, la regola dei due mandati, e le alleanze con altri partiti.

Il numero preferenze espresse dagli iscritti per scegliere i 30 relatori di oggi, che hanno il compito di commentare i documenti elaborati dalle assemblee locali nell'ultimo mese, per volontà del capo reggente Vito Crimi non saranno rese note. "Non sono stato considerato quando (prima privatamente e poi pubblicamente) mi scagliai contro le nomine nelle grandi aziende di Stato di personaggi imputati per reati gravissimi. Mi venne solo garantito che in caso di condanna sarebbero stati rimossi. Ebbene Profumo sta ancora lì. Oggi mi viene chiesto a gran voce di entrare in un organo collegiale che non è stato ancora votato dagli iscritti. Perché? Perché forse le nostre idee non sono così minoritarie come qualcuno vorrebbe far credere. E allora si pubblichino i voti che ciascuno dei 30 delegati nazionali ha ottenuto. Perché è giusto conoscere il peso specifico delle idee di coloro che sono stati scelti e per smetterla una volta per tutte di definire ‘dissidenti' coloro che, su molti aspetti, hanno il solo torto di non aver cambiato opinione", ha scritto Di Battista in un lungo post sul suo profilo Facebook.

"Da quando sono uscito – per mia scelta – dal Parlamento hanno, costantemente, provato a denigrarmi. Mi hanno diffamato, hanno screditato il mio lavoro abituati evidentemente a ex-parlamentari che si fanno piazzare nelle partecipate di Stato. Hanno provato a irridere le posizioni politiche che io e migliaia di altre persone abbiamo preso e l'hanno fatto coloro che l'unica posizione che conoscono è la genuflessione davanti ai loro padroni. Non ho fatto altro che fare proposte e denunce, ho parlato solo di temi, di identità. Ho fatto auto-critica, ho espresso le mie idee e ho lavorato, da attivista, a progetti che ritengo siano utili per affrontare il dramma occupazionale del post-covid", ha proseguito.

"Credo nel Movimento, nei suoi valori, nella sua identità – afferma – sono convinto che prendere posizioni nette, dure, ribadire le nostre regole e rafforzare, con inflessibilità, la linea della ‘pulizia etica' delle Istituzioni sia il solo modo per dare futuro al Movimento e al Paese".

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