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Speranza: “Epidemia non è finita, ma gli spostamenti dall’Europa sono un rischio”

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, è intervenuto alla Camera sulle misure di contenimento del coronavirus. “Non dobbiamo alimentare una divisione tra pessimisti e ottimisti: una seconda ondata non è certa, ma è possibile”. E sulle riaperture future: “Uno dei nodi più rilevanti da sciogliere riguarda gli spostamenti internazionali, da e verso i Paesi extra-Schengen. Il quadro epidemiologico globale non offre ancora garanzie per un’apertura senza regole dal 15 giugno”.
A cura di Annalisa Girardi
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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, è intervenuto alla Camera per fare nuovamente il punto sulle misure attuate dal governo per contenere la diffusione del coronavirus nel nostro Paese. Il ministro ha affermato in primo luogo la necessità di rilanciare il confronto politico, sociale e istituzionale dopo mesi di emergenza, che hanno visto il governo agire in maniera straordinaria. "Sarebbe un errore pensare che non ci siano nuovi rischi in futuro", ha detto Speranza chiamando all'unità per il rilancio del Paese. Per prima cosa però, ha detto Speranza, non bisogna dimenticare gli insegnamenti di questi mesi di emergenza: "Non dobbiamo perdere mai la memoria di quanto abbiamo tragicamente vissuto. Non possiamo, asciugate le lacrime, dimenticare l'incubo che abbiamo vissuto. Anche per ricordare i tanti che purtroppo non ce l'hanno fatta".

Speranza ha rivendicato quanto fatto durante il lockdown dal governo: "Oggi possiamo dire che non vi era alternativa alla durezza dei provvedimenti adottati". Speranza ha quindi confermato le prossime riaperture del 15 giugno, di cinema, teatri e centri estivi per i bambini. "Oggi non dobbiamo cambiare strada. Non dobbiamo alimentare una divisione tra pessimisti e ottimisti: una seconda ondata non è certa, ma è possibile. Dobbiamo lavorare per essere pronti", ha aggiunto. "Io ho fiducia nelle serietà di questo lavoro che sta migliorando di giorno", ha quindi ribadito Speranza, sottolineando che in molte Regioni i contagi siano ormai a zero. Tuttavia, precisa, chiamando alla prudenza:"Sono dati incoraggianti. Ma l'epidemia non si è conclusa. Ci sono ancora focolai attivi. E il virus, anche se in forma ridotta, continua a circolare. Siamo sulla strada giusta, ma il virus non è vinto".

Con la fine del lockdown, ha sottolineato il ministro, le possibilità di contrarre il virus sono aumentate. E per questa ragione richiama al rispetto delle regole, in primis il distanziamento sociale. Speranza ha quindo ribadito come "vada tenuto alto il numero di tamponi effettuati", intensificando la strategia di screening. Quindi ha annunciato un nuovo Dpcm su ulteriori misure di allentamento: "Uno dei nodi più rilevanti da sciogliere riguarda gli spostamenti internazionali, da e verso i Paesi extra-Schengen. Il quadro epidemiologico globale non offre ancora garanzie per un'apertura senza regole dal 15 giugno. Dalle Americhe e dall'Oriente si vede una crescita preoccupante del contagio, che non va sottovalutata", ha affermato.

Speranza ha quindi parlato del vaccino, definendolo "lo strumento principe per sconfiggere la pandemia". Il ministro ha quindi raccontato di lavorare al fianco degli altri Paesi Ue per trovare il vaccino e renderlo accessibile a tutta la popolazione. "L'Europa unita ha la forza per svolgere un ruolo protagonista in questa battaglia. Tutti devono avere accesso al vaccino, nessuno deve essere lasciato indietro. Il vaccino deve essere considerato un bene pubblico globale, un diritto di tutti e non un privilegio di pochi", ha concluso.

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