Siparietto in Albania, Edi Rama si inginocchia davanti a Giorgia Meloni all’ingresso del vertice

Appena Giorgia Meloni mette piede sulla piazza Skanderbeg, cuore di Tirana, si consuma una scena che rimbalza immediatamente sui social: Edi Rama, primo ministro albanese fresco di rielezione, si inginocchia davanti a lei, con le mani giunte e un mezzo inchino a metà tra l'omaggio e la provocazione. Meloni lo vede, si avvicina e sorride imbarazzata: "Edi, dai, no!", gli dice in tono complice. Poi, rivolta ai giornalisti: "Lo fa solo per sembrare alto quanto me". Non è la prima volta che Rama si esibisce in queste gag pubbliche nei confronti della presidente del Consiglio italiana, ma stavolta la scena appare ancora più plateale: ombrello d'ordinanza appoggiato di lato, in scarpe da ginnastica bianche con il logo del summit, Rama si mette al centro dell'attenzione proprio nel momento più solenne dell'arrivo dei leader. Il video diventa virale in pochi minuti. Ma non tutti apprezzano: sui social c'è chi parla di "umiliazione nazionale" o di "scenetta fuori luogo".
Il vertice nei Balcani
La scena si consuma all'ingresso del sesto vertice della Comunità Politica Europea (CPE), la piattaforma di cooperazione intergovernativa lanciata nel 2022 che riunisce 47 Paesi, compresi molti che non fanno parte dell'Unione europea ma gravitano nella sua orbita. Per la prima volta, il summit si tiene nei Balcani occidentali: presente anche Volodymyr Zelensky, arrivato per ribadire la centralità dell'Ucraina nel dibattito continentale. Il summit si apre con uno spettacolo di danze popolari albanesi, poi la plenaria e, a seguire, i tavoli tematici. Nella serata precedente, una cena informale tra Ursula von der Leyen, Charles Michel, Antonio Costa e i leader dei Balcani aveva dato il via ai lavori, in un clima disteso ma consapevole della complessità del momento. Sul tavolo: conflitto in Ucraina, sfide migratorie, sicurezza energetica e processi di allargamento.
Meloni: "L'Albania è Europa"
Nel suo intervento alla sessione plenaria, Meloni ribadisce la posizione italiana sul futuro dell'Europa, con parole nette sul ruolo dei Balcani occidentali: "L'Albania è, ovviamente, Europa, proprio come lo sono l'Italia, la Serbia o la Norvegia, indipendentemente dal fatto che facciano parte di questa o quella organizzazione", poi aggiunge, "Sorrido sempre quando qualcuno pretende di avere il diritto di decidere chi è europeo e chi no". Insiste poi sul concetto di "riunificazione europea", un progetto che, spiega, va oltre le istituzioni e guarda ai popoli: "L'Europa è la casa per realizzare quella che mi piace chiamare riunificazione europea, costruita tra popoli che si sono combattuti per secoli ma che, in realtà, sono un unico popolo". In questo senso, l'Italia continua a sostenere il percorso di adesione dell'Albania all'Unione: Meloni si congratula pubblicamente con Rama per la sua rielezione, senza però fare alcun cenno, almeno in questa sede, al contestato accordo sui centri per migranti.
Il tema migratorio resta tuttavia centrale nei rapporti tra Italia e Albania, ma Meloni non lo affronta durante il suo intervento ufficiale al vertice: le sue dichiarazioni in merito risalgono infatti solo al giorno precedente, quando, proprio a margine degli incontri, ha rivendicato i risultati dell'accordo sui rimpatri, firmato a novembre 2023 con il governo albanese. Da parte sua, Rama ha chiarito che il modello dei centri in Albania non sarà replicato per altri Paesi, rispondendo così, senza nominarlo, al premier britannico Keir Starmer che aveva già chiesto di estendere lo schema anche al Regno Unito. Meloni ha parlato poi di "funzionamento concreto" dei rimpatri e della "velocità dei lavori", come prova dell'efficacia dell'accordo. Ma, nella cornice del summit, ha preferito concentrarsi sul messaggio politico europeo.
L'Europa tra pace e sicurezza
Nel suo intervento, infatti, Meloni ha dedicato spazio al conflitto in Ucraina, riaffermando il pieno sostegno all'integrità territoriale di Kiev e la necessità di una pace duratura, non imposta: "Continueremo a stare al fianco dell'Ucraina e a lottare affinché questa guerra finisca immediatamente, perché la nostra sicurezza e la nostra libertà dipendono dal ripristino della forza del diritto sul diritto del più forte", ha detto. Il vertice di Tirana coincide con ore decisive sul fronte diplomatico: a Istanbul si è svolto il primo incontro trilaterale tra Ucraina, Turchia e Stati Uniti, mentre è ripreso il dialogo bilaterale tra ucraini e russi. Meloni non entra nei dettagli ma commenta il quadro con una frase che lascia intendere la sua visione del negoziato: "Si è visto in queste ore chi è davvero disposto a sedersi al tavolo per la pace e chi no".