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Simboli religiosi, il cardinale Bassetti a Matteo Salvini: “Smetta subito di utilizzarli”

La polemica tra Matteo Salvini e mondo cattolico sui simboli religiosi non accenna a fermarsi. Questa mattina il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha annunciato: “Attenzione, non si vive di ricordi, di richiami a tradizioni e simboli religiosi o di forme di comportamento esteriori”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La polemica tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e il mondo cattolico va avanti da quando sabato, durante la manifestazione in piazza Duomo per le elezioni europee, il ministro dell'Interno ha mostrato un rosario e invocato la protezione di diversi santi e della Madonna. Le dure critiche al vicepresidente del Consiglio sono arrivate sia da Civiltà Cattolica e Famiglia Cristiana, che dai cardinali Pietro Parolin prima e Angelo Bagnasco poi. Tuttavia questa polemica non accenna a fermarsi, con il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana), che è tornato sulla questione durante l'assemblea generale dei vescovi italiani. Dopo aver sottolineato l'importanza del voto di domenica prossima, ma anche della "virtù dell'accoglienza", il cardinale Bassetti ha annunciato: "Attenzione, non si vive di ricordi, di richiami a tradizioni e simboli religiosi o di forme di comportamento esteriori. Il nostro è un patrimonio che va rivitalizzato – ha continuato il presidente della Cei – anche per consentirci di portare più Italia in Europa".

Nel frattempo anche Matteo Salvini è tornato sulla questione dei simboli religiosi da un palco di Lecce, dove si trova per la sua campagna elettorale. "Sono tre giorni che qualcuno mi fa la morale e la lezione perché ho osato affidare il futuro, la fortuna e la salute dell’Italia, a nostra madre, a Maria immacolata – ha annunciato il leader della Lega – come se a qualcuno desse fastidio parlare al buon Dio che ci guarda da lassù". Secondo il ministro dell'Interno, questa è "gente che tace quanto tolgono i crocifissi dalle scuole, quando cancellano il natale, il presepe e Gesù bambino" e "invece di essere orgogliosi della nostra storia, cultura, tradizione e identità, se ne vergognano". Ma "io no – ha continuato il vicepresidente del Consiglio – io non me ne vergogno e cerco umilmente, da peccatore, di testimoniare la mia fede con il mio lavoro e con gli atti quotidiani che salvano vite". L'unico modo per raggiungere questo obiettivo "è bloccare quei barconi, per aiutare quei bambini a crescere bene nel loro Paese senza venire a fare gli schiavi in Puglia", ha concluso Salvini.

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